sabato 30 maggio 2015
mercoledì 27 maggio 2015
Un cucciolo da salvare (Clintin Igbinovia)
IGBI è UN PICCOLISSIMO CUCCIOLO DI LEOPARDO DELLE NEVI. LUI
AMAVA GIOCARE CON SUO FRATELLO PEREZ SUA
MADRE ANJELINA E SUO PADRE BROOK
.
LORO ERANO SEMPRE INSIEME ANCHE QUANDO IL PADRE ANDAVA A
CACCIA INFATTI IGBI AVEVA SVILUPPATO GRANDI CAPACITA’ CHE NESSUN LEOPARDO AVEVA MAI AVUTO.
LA MADRE NOTANDO QUESTA
CAPACITA’ ,DECIDE DI FARGLI IMPARARE
TUTTI I SUOI TRUCCHI DAL PRIMO ALL’ULTIMO .
PASSANDO DEI GIORNI DEI CACCIATORI
SI ADDENTRARONO DENTRO LA FORESTA INNEVATA PER CATTURARE DEGLI INTROVABILI
LEOPARDI DELLE NEVI. E VENNERO CATTURATI 4 LEOPARDI: PEREZ BROOK ANJELINA E
IGBI.
LI PORTARONO IN UN BELLISSIMO COVO
SOTTERRANEO perché SE GLI SBIRRI LI BECCAVANO LI BUTTAVANO IN GATTABUIA PER
MINIMO 15 ANNI PERO’ PER LORO NE VALEVA LA PENA perché CI GUADAGNAVANO PIU’ DI
600000 EURO. LORO NOTARONO DELLE COSE INNATURALI IN IGBI. LUI SCAPPAVA E POI
RITORNAVA CON DEI PEZZI DI COSCIA DI
RENNA E POI RIENTRAVA COME SE NON FOSSE MAI SUCCESSO NIENTE E DAVA IL
CIBO AI SUOI COINQUILINI.
ANJELINA INVECE POTEVA FAR VEDERE LA SUA VERA
NATURA LA SUA BELLEZZA E LA SUA REGALITA’ . PEREZ FINALMENTE POTEVA MANGIARE
FINO A SCOPPIARE E BROOK FINALMENTE
POTEVA ATTACCARE SENZA PENTIRSI.
Lupo saggio (Luca Di Pace)
Una volta in un bosco
c’era una mamma di sei piccoli cuccioli di lupo.
Era già il periodo
dell’inverno, la mamma iniziò a insegnare ai cuccioli come
cacciare le prede, fra i cuccioli e la mamma presero prede, piccoli
per i cuccioli e grandi per la mamma, conservarono le prede nella
loro tana per il gelo che stava per arrivare. Arrivò
la tormenta di neve, ma
soprattutto di vento, la tormenta si scatenò
sulla tana e nel territorio; un
cucciolo
provando a scappare
perse la vita perché fu
schiacciato da un albero. Gli altri cuccioli tranne due erano
scomparsi e non si seppe più niente di loro, la mamma rimase
schiacciata sotto la tana che a sua volta fu schiacciata da un
albero. Un cucciolo che era rimasto in
vita
si ferì una zampa, il fratello
dovette portarlo su di sé, i due dovettero fare tanta
strada prima di seminare la tormenta, il fratello dovette mettere
giù il malato e cercare cibo e una tana per ripararsi dal freddo,
per costruire la tana il cucciolo dovette prendere rami, legno,
foglie. Riuscì
a costruirla ma cibo niente perché
tutti gli animali si erano già tutti rifugiati, il cucciolo
malato nel tragitto perse molto sangue e dopo essersi fermati morì.
Si nascose dentro la tana. Passato mezzo inverno uscì di nuovo fuori: ormai era già
cresciuto un bel po’. Gli animali uscirono dalle loro tane, animali
che andavano a cacciare, compreso lui e anche altri lupi.
Ormai
come era sua abitudine andava a cacciare ma in quel tragitto trova una banda di
lupi che volevano la preda, loro erano in cinque e lui solo.
Iniziarono ad attaccarlo e lui per sua difesa si scatenò contro di
loro (dimentico una cosa , in questo periodo ha trovato due amici
lupi con i quali ha
fatto “allenamento”
nella lotta.) Arrivarono i suoi
due amici lupi per schierarsi
dalla sua parte per combattere contro la banda.
Un giorno mentre
passeggiava con i suoi due amici trovarono un
lupo nero poco anziano,
il lupo saggio si ricordò
di quando era piccolo e che il
padre che credevano tutti morto era proprio uguale nel modo di
parlare.
Lupo nero: << Ti ricordi sono io tuo padre!
>>
Lupo saggio: <<
No mio padre è morto quando io ero ancora cucciolo, e proprio
davanti a me è morto perciò non può essere! >>
Ormai si era dato per
vinto, andarono nel bosco da un lupo anziano perché lui sapeva
tutto.
Lupo anziano disse: << Sì quello che vedi davanti a
te è tuo padre>>; lupo saggio ci credette e da allora
diventarono inseparabili lui suo padre e i suoi due amici.
Morso da un grizzly (Gianluca Chiale)
C’erano una volta nel lontano Canada, tre
ragazzi di nome Jake , William e Shon. Ragazzi del tutto normali come
sembravano, uno di loro, William, aveva trent’anni, Jake ne aveva trent’uno e Shon ventiquattro.
Lavoravano tutti e tre come imprenditori
sociali di una ditta americana, quindi persone molto ricche, che però
stranamente come loro hobby scalavano le montagne. Tra di loro andavano molto
d’accordo, infatti si vedeva, perché ogni volta che ad esempio Jake chiedeva
qualcosa a William glielo dava sempre senza problemi, e inoltre tra di loro si
chiamavano sempre con il soprannome, diciamo che si comportavano come dei veri soci.
Un giorno come tutti gli altri, nel
tempo libero i tre amici decisero di andare a scalare le montagne. Il primo ad
andare fu William , il secondo Jake e terzo Shon. Sembrava che fosse tutto
tranquillo, ma improvvisamente William sentì più in alto uno strano verso, non
era un ruggito, ma un bramito: era un orso !!! Appena William finì di scalare
la montagna, e arrivò sulla vetta più alta, vide prima le zampe con artigli
super affilati, poi pian piano che alzò sempre più il viso vide la mascella più
grande che avesse mai visto, poi denti affilati , e infine il muso.
William
era rimasto a corto di fiato praticamente immobile, non sapeva se chiamare Jake e Shon, buttarsi
e morire, oppure coraggiosamente prendere una pietra affilata, e scagliargliela
addosso . Ma per fortuna arrivarono giusto in tempo Jake e Shon, con un fucile e una rete in mano. Così capendosi subito a vicenda, William iniziò a
tirargli le pietre addosso, e fu finalmente catturato. Ma quando Jake si
avvicinò all’orso per sparargli, William
si accorse subito che Shon non gliel’ aveva lanciata bene, così lo
rimproverò , e disse a Jake: ”Spostati !!!Non avvicinarti!!!” Purtroppo era
troppo tardi. L’orso l’aveva preso con la sua grande mascella, e lo addentò
così forte, che lo buttò giù dalla montagna.
William preso dalla rabbia, prese un
coltello e glielo infilzò dentro il corpo. William diede uno schiaffo dritto
sulla guancia a Shon, perché secondo lui oltre a essere l’unico sbaglio che ha
fatto in tutta la sua vita, è anche il
più grave. Così William e Shon scesi dalla montagna, provarono a cercare in
tutti i modi il loro amico, ma niente da fare, ormai si sapeva, Jake era morto,
e infine trovato il suo corpo lo seppellirono, proprio su quella montagna.
Misero sulla tomba anche la pelliccia dell’orso, per loro fu una cosa da non
dimenticare mai. Shon sapeva che non era stata colpa sua, stettero lì a pregare
e a pregare per lui, è così che lo ricorderanno William e Shon, chiamandolo Jake
“l’orso coraggioso”.
Poldo (Elena Brignoli)
POLDO
Poldo è un cucciolone arrivato in
casa Bassi tre anni fa come regalo di Natale per i fratellini Marco e Giacomo.
È un bellissimo cane di razza
Golden Retriever.
Papà Riccardo e mamma Veronica
hanno scelto questa razza perché è molto socievole con i bambini.
Poldo, infatti, è buonissimo,
giocherellone, ma ha un grande difetto: fa gigantesche buche nel giardino.
La famiglia abita in una casa di
montagna con uno splendido giardino...pieno di buchi.
Hanno provato di tutto per farlo
smettere: a sgridarlo, a tenerlo legato per punizione, a farlo stancare
correndo nei prati, ma niente, tutto inutile.
Un giorno, la mamma stanca di
avere il giardino distrutto, dice al marito: ”Riccardo costruisci una gabbia
dietro casa, così quando non ci siamo per sorvegliare Poldo lo rinchiudono in
modo che non faccia danni” “ È un’ ottima idea! Chissà come la prenderanno i
ragazzi però!”
I due bambini, infatti, si
arrabbiano molto.”No, non voglio rinchiudere Poldo” dice arrabbiato
Marco.”Papà, lo sorveglio io tutto il giorno” implora Giacomo.
La mamma cerca di farli
ragionare: ”Bambini, voi dovete andare a scuola, fare i compiti e ovviamente
dormire. Non potete badare a Poldo tutto il giorno.”
“Con il tempo imparerà,
sicuramente, a non fare più buchi, così elimineremo la gabbia” li assicurò il
papà. E così Poldo tutte le volte che rimane da solo viene chiuso in gabbia.
Un giorno Riccardo e Veronica
devono andare dal vicino di casa per aiutarlo a traslocare. La mamma dice:” Io
e papà andiamo via per un paio d’ore.
Chiudete Poldo in gabbia e fate i compiti da tranquilli.”
Appena i genitori si allontanano,
Marco dice al fratello: “Perché non giochiamo ancora un po’ con Poldo, adesso
non ho proprio voglia di fare i compiti.” “Va bene, solo mezzora e poi
studiamo.”
I bambini giocano in giardino con
Poldo, quando Giacomo viene punto da un’ape. “Aia, brucia, non sto bene, non
riesco a respirare.” Marco, spaventato, grida a Poldo di andare a chiamare
mamma e papà: “Corri Poldo, corri da mamma e papà.”
Poldo corre come un fulmine dai
vicini di casa e inizia ad abbaiare. “Ma chi è che abbaia così?” chiede
Veronica. “Ma è Poldo!” risponde Riccardo. “Come mai sei qua Poldo, cosa c’è?”
Il cane inizia a correre verso casa. “Seguiamolo, sarà successo qualcosa.”
Arrivati a casa i genitori
portano subito Giacomo in ospedale. Da quel giorno Giacomo ha scoperto di
essere allergico alle api e soprattutto Poldo non è più stato rinchiuso in
gabbia, perché ha salvato la vita al bambino.
Quante discussioni può creare un cane? (Cinzia Amparore)
Pluto è un cane che viene
abbandonato al canile già da due padroni perché ha molte pretese e i due
padroni non riuscivano più a soddisfarlo. Per tre mesi Pluto viene abbandonato
al canile, ma poi viene preso da una giovane coppia. Il cane è molto affettuoso,
non di grandi dimensioni, affidabile, pieno di esigenze e va d'accordo anche
con i gatti.
I padroni quando vanno a
prendere il cane si convincono di poter soddisfare Pluto e di non abbandonarlo
mai. La coppia che prende il cane non ha figli e si chiamano Sveva e Davide.
Sveva è alta, capelli marroni,
occhi marroni, affidabile, pronta ad aiutare il prossimo, gentile,
appassionata: di pallavolo, di basket, del nuoto. Gli piacciono molto gli
animali, odia i ragni e gli scarafaggi.
Davide invece non è molto alto, capelli neri,
occhi marroni, appassionato di musica rap, gli piace giocare a calcio, le corse
di moto e delle Ferrari e ama, al contrario di Sveva, i ragni e gli scarafaggi.
Arrivati a casa con Pluto la sorella di Sveva
iniziò a lamentarsi perché a lei non piacciono per niente i cani allora
dice:" Cosa ci fa questo animale qua?"
Sveva controbatte: "Questo animale si chiama Pluto e fino a prova
contraria questa è casa nostra e quindi Pluto resta."
Ma Davide le bisbiglia: "Secondo me stai esagerando, se a tua
sorella non piace avere un cane in casa trovate una soluzione insieme."
Sveva dice: "Non intrometterti!"
La discussione dura più o meno 10 minuti e in
quel tempo Davide porta Pluto a fare una passeggiata, lo accompagna a fare i
bisognini e gli dà da mangiare. Alla fine della litigata Sveva tiene Pluto in
casa. Alla fine della discussione si decide che il cane può restare
in casa, ma non deve mai, neanche per sbaglio, entrare nella camera della
sorella di Sveva che si chiama Monica. Il mattino dopo quando Monica entra in
bagno vede Pluto e va subito in camera di sua sorella urlando: "Non è
possibile non posso neanche andare in bagno che lui è lì !"
Sveva dice: "Lascialo stare è un cane e poi te hai detto
che non doveva entrare solo in camera tua non in bagno."
A queste parole Monica non dice più niente e se ne va. Quando Davide e Sveva si
alzano trovano un biglietto con su scritto:
Cara sorella e caro cognato, non voglio
causarvi altri guai e se io me ne vado voi potete tenere Pluto. Mi dispiace
andarmene ma lo faccio solo perché almeno voi potete vivere tranquilla la
vostra vita.
Ciao da: Monica
Quando Sveva finisce di
leggere la lettera vuole riportare Pluto al canile e così dice a Davide: "Emm...
senti Davide secondo me dobbiamo riportare il cane al canile per dire a mia
sorella di tornare da noi che ne pensi?" Davide risponde: "Non
penso che se riportassimo il cane al canile Monica tornerà, ma secondo me
dovresti parlarle e risolvere tutto." Sveva annuisce, si
veste veloce e va da sua sorella. Poi si vestì anche Davide per portare Pluto a
fare una passeggiata, poi gli dà colazione e infine lo accompagna a fare i
bisogni in giardino. Quando tornano, Sveva e Monica, sono contente e Monica
torna a vivere con loro.
QUALCHE
ANNO DOPO....
Sveva è incinta e Davide e Monica si dimenticano completamente
di Pluto perché sono impegnati ad accudire Sveva. Quando nasce il figlio di
Sveva, che viene chiamato Marco, il cane si sente ancora più trascurato di prima.
Alla fine neanche Davide e Sveva riescono a soddisfare tutte le
esigenze di Pluto, così anche loro lo riportano al canile.
Chissà se Pluto troverà un padrone che se ne prenda cura fino
alla fine. Voi che ne dite?
FINE!!
lunedì 25 maggio 2015
Shela (Aurora Leccese)
Shela è un cane di razza rottweiler, ha
gli occhi color castano scuro ed è molto giocherellona.
A casa abbiamo messo una rete sul
cancello così non può rischiare di mordere qualcuno ed in più abbiamo messo
anche il cartello attenti al cane.
Subito dopo Shela abbiamo preso anche un altro cane ma stavolta
cucciolo, si chiama Maya.
È uguale ed identica a Shela cioè:
occhi marroni nocciola, un pelo morbido come la seta.
Io amo i miei cani.
Il bassotto (Davide Pipino)
C’ era una volta un bassotto di nome Tino, viveva in una casa
di una anziana signora con la sua amica gatta Adele.
Tino era di colore nero con macchie marroncine ed era
un cane molto fedele perché si prendeva cura della padrona sapendo che era
anziana.
Era molto amico di Adele perché da piccolo era stato abbandonato
e ella lo aveva salvato e portato dalla signora che si chiamava Mery. Il cane
viveva una vita tranquilla e felice però gli altri cani lo prendevano in giro a
causa della sua bassezza finché un giorno scappò di casa e se ne andò lontano
da casa. Se ne andò in montagna e conobbe un lupo: divennero grandi amici e un
giorno decisero di partire a conoscere il mondo e viaggiare alla scoperta delle
grandi razze di cani.
La loro prima tappa fu il Canada e si aggiunse al gruppo un Sanbernardo
randagio scappato perché non era abbastanza forte da scavare nella neve per
salvare la gente.
Poi andarono in Cina e si aggiunse a loro un Chow Chow, un
cane cinese pieno di peli.
Il bassotto con questi amici aveva ritrovato la felicità e
tornò a casa con i suoi amici e convinse gli altri cani che essere bassi fa
parte della sua razza e che non serviva prenderlo in giro e da quel momento
vissero tutti felici e contenti.
La tragica storia di Richard (Gioele Damiano)
Richard è un giovane bambino legato al suo cane
Billy.
All’ età di otto anni Richard ha una gravissima
malattia “il cancro”.
I genitori non sapevano cosa fare, erano
disperati, spendevano milioni e milioni di euro per lui ma i risultati
peggioravano, aveva gravi conseguenze ma lui non mollava mai , aveva sempre il
sorriso nella sua faccia
anche quando lo operavano , facevano un operazione alla settimana era davvero una cosa grave .
Billy il suo cane era un pastore tedesco, ogni
volta che vedeva Richard lo leccava
tutto , gli faceva le feste e poi si addormentava vicino a lui.
Per il bambino il cane era :amore , speranza e una grande amicizia.
Al suo ultimo esame ha chiesto se poteva tenere
vicino il cane, durante l’operazione. Gli infermieri gli risposero che andava
bene solo se il cane era tranquillo. All’inizio dell’operazione Billy abbaiò
come per dire: “Lasciatelo stare”, il cane corse subito dal ragazzo e ringhiò
agli infermieri, il cane prese Richard dalla manica e la tirò finché non si
svegliò. Una volta sveglio il ragazzino non si poteva operare e gli dissero che
l’avrebbero operato la settimana dopo. Arrivato il momento dell’intervento il
dottore vide che il cancro stava guarendo da solo per miracolo.
Solo il cane e il bambino sapevano cosa era
successo nell’operazione del cancro.
A volte i miracoli accadono.
Furia (Marta Cappa)
Furia
“Papà,
papà mi racconti di nuovo quella storia?” disse Riccardo a suo padre. ”Quale?”
chiese il padre che sapeva già la risposta. ”Sì lo sai quella di Furia”
felicissimo di ascoltarla. ”Va bene, quel giorno pioveva e nevicava
contemporaneamente, la strada era fango, il letargo era ormai iniziato, così io e zio Marco decidemmo di andare
a tagliare degli alberi come aveva chiesto il capo, non c'era neanche un
animale: era perfetto.” E interrompe un attimo per prendere il respiro.
“Papà
forza vai avanti!” Disse in modo molto insistente. ”Sì non ti agitare;
siamo partiti più o meno al sorgere del sole perché la strada era lunga e
brutta, lungo quella strada ascoltavamo musica anni 70, poi la strada finì di
colpo: c'erano solo alberi, alberi e fango.
Io e
zio Marco avevamo capito che quello era il bosco che aveva detto il capo e le
sue indicazioni erano molto chiare.” Una voce dalla cucina interrompe la storia
e la concentrazione di Riccardo: ”A tavola! Il pranzo è pronto!” L'infelicità
era su Riccardo ma non aspettò ad andare, aveva
troppa fame.
FINITO IL PRANZO
“Dov'eravamo?”
chiese il padre un po' smemorino: ”Al bosco!” rispose con grande certezza. ”Okay,
le indicazioni del capo erano chiare, voleva della legna da ardere, poi un
albero il più bello, il più maestoso, il più alto...e noi non volevamo
deluderlo. Nel bosco non c'era nessun animale, solo silenzio, ma “boom” uno
sparo e silenzio, e “boom” un altro e silenzio; però dopo un po' un ruglio, un
altro e un albero era sopra le nostre teste. Era certo un orso o un'orsa non si
sapeva ma l'unico dubbio era perché non era in letargo?” e sospirò per un
momento. ”Papà riprendi la storia!” Agitatissimo: ”Erano come rugli d'aiuto...io e zio Marco siamo corsi a
vedere cosa succedeva, arrivata era
come se fosse passato un tornado: alberi
dappertutto, al centro del disastro c'era un'orsa con i suoi piccoli, prendeva
tutto con sé poi lo distruggeva;
adesso era chiaro perché non era in letargo, lei stava difendendo i suoi
piccoli.
I cacciatori però la volevano morta a
qualunque costo e per lei la morte era vicina, un cacciatore da dietro le sparò
mentre stava facendo l'ultimo ruglio di
avvertimento, poi cadde davanti ai piccoli cuccioli terrorizzati. Quegli esseri crudeli che l'hanno uccisa per
paura che arrivasse la guardia forestale se ne andarono. L'unica sfortuna é che non arrivò, allora io e zio ci siamo presi i cinque
cuccioli e siamo partiti verso casa.” Quando la mamma sentì la parola cuccioli
continuò lei la storia: ”Quando arrivarono a casa con quei cinque cuccioli io e
tua zia Laura eravamo spaventate ma stupite dalla loro bellezza...”
Riccardo però non capiva: ”Noi però abbiamo
solo due cuccioli di orso: uno zio e zia e uno noi, perché?” Un po' a
malincuore suo padre continuò: ”Avevano già tutti il suo nome Zaco, Buclè,
Dupli, Fiocco e Furia... soltanto che un giorno
la guardia forestale arrivò a casa nostra dicendoci che ci ringraziavano per
avere mantenuto questi cuccioli di orso, però almeno tre dovevano andare con
loro gli altri due potevamo tenerceli in affido come premio...così si portarono
via Zaco, Buclè e Fiocco...” Riccardo aveva gli occhi lucidi, poi scappo subito
via...non si sa dov'era andato ma si può immaginare che fosse andato da Furia.
MARTA CAPPA
sabato 16 maggio 2015
L'incontro (Serena Sannella)
L'INCONTRO
Gabriele era un canguro, era molto agile e molto simpatico.
Era un “ragazzino” di più o meno sedici anni.
Gabriele sapeva saltare molto bene e molto in alto.
Un giorno decise di andare a fare un passeggiata.
Incontrò Daniel un coniglietto molto piccolo. Come vide il canguro
si andò a nascondere subito dietro un cespuglio, Gabriele andò anche lui dietro
il cespuglio e gli disse : ''Non devi avere paura di me io sono bravo.'' Il coniglio
gli rispose:'' Io non ho paura di te solo che non voglio farmi vedere insieme a
te perché se mi vede il lupo mi prende in giro perché sono troppo piccolo
confronto agli altri e perché non riesco a fare le cose bene come gli altri.''
Il canguro gli rispose: ''Non te ne deve fregare niente di quello
che dice il lupo perché non è l’altezza o
la forza, quello che ti dice lui, che conta davvero, ma non prendere in giro nessuno ed essere bravi .'' Il coniglio gli rispose
che aveva ragione e che non doveva farsi prendere in giro dal lupo.
Andarono a fare una
passeggiata insieme, incontrarono il lupo che disse:'' Oh guarda chi si rivede
il piccolino del paese ahahaha il più grande con il più piccolo che ridere
HAHHA!!'' Il coniglio gli rispose: '' Non è l'altezza o la forza che conta ma
conta essere bravi senza prendere in giro nessuno.''
Daniel
e Gabriele se ne andarono e il lupo rimase sbalordito
dalle parole del coniglio Daniel.
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