domenica 23 ottobre 2016

Un sogno fantastico (di Alessandra Battello)

Quella notte feci un sogno ASSURDO!!!
C’eravamo io e il mio migliore amico a casa mia.
Stavamo giocando a nascondino per tutta la casa.
Toccava a me contare, appena ebbi finito iniziai a girare intorno alla casa per cercarlo.
Feci due o tre giri senza trovarlo poi lo intravidi alla finestra di camera mia, entrai e lo vidi rannicchiato sul pavimento. Lo toccai sulla spalla gridando:” PRESO !!!”. Lui si girò e mi guardò fisso negli occhi. Vidi che i suoi occhi stavano lentamente cambiando colore. Da quel marrone intenso ad un giallino debole che diventava sempre più scuro ed inquietante.
Io per non allarmarlo non gli dissi nulla.
Uscimmo di casa per andare in giardino.
Mentre chiacchieravamo notai dei comportamenti strani in lui: ogni tanto mentre parlava, si portava una mano sulla fronte e chiudeva gli occhi col viso rivolto verso il basso. Quando accadeva gli chiedevo se andasse tutto bene e lui mi rispondeva sempre:” Sì Sì, tranquilla…”.
Andammo un po’ sui pattini a rotelle.
Andavo come un fulmine ma poi ad un certo punto persi l’equilibrio e caddi. Lui si avvicinò a me e mi porse la mano per aiutarmi a rialzarmi. La guardai e notai che aveva delle specie di squame sul palmo e sul dorso. Gli diedi la mano e mi rialzai.
La mano era ruvida e fredda. Il mio migliore amico si stava mutando!!! Spaventata mi allontanai e rimanemmo lì a fissarci per non so quanto tempo, poi lui si avvicinò a me e notai che al fondo della palpebra erano comparse altre squame. Mi ricordai del film visto la sera prima: l’avevo guardato con lui. In quel film stavano accadendo le stesse cose che stavano accadendo al mio migliore amico. Era orribile: una tra le persone più importanti della mia vita si stava trasformando in chissà quale bestia.
Passammo il tempo come se nulla fosse.
Arrivò, dopo un po’, una nostra amica. Iniziammo a giocare ad “obbligo o verità”. Scelsi obbligo, l’errore più grande della mia vita… lei fa:” A stampo con lui.” Non potevamo avere alcun contatto fisico se avesse cominciato ad avere squame in faccia… io le feci di no ma lei insisteva. Quando dissi di no lui si alzò e se ne andò, io scattai in piedi e lo seguii. Lui mi chiese perché avessi detto di no, allora gli misi uno specchio davanti alla faccia. Lui si guardò ma non sembrò shockato dall’accaduto. Anzi, mi guardò e mi sussurrò un “grazie”.
Non capii il motivo per cui mi ringraziò.
A quel punto mi svegliai mi vestii e mi precipitai a casa sua. Mi aprì e ci rendemmo conto che quel sogno l’avevamo fatto entrambi. Ci fissammo e dopo poco scoppiammo a ridere… eravamo confusi… ci abbracciammo senza farci problemi. Capimmo che c’era qualcosa che non andava quando scoprimmo che tutte le notti facevamo i sogni uguali. Era come se ci fosse qualcosa che ci collegava. Che collegava le nostre menti. Una specie di corda invisibile che ci univa. Infatti, nei giorni seguenti tutto ciò che accadeva a uno accadeva anche all’altra. Eravamo spaventati. Decidemmo di fare delle analisi e dai test si scoprì che…

CONTINUA…

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