Come ogni mattina mi svegliai, erano le 7.03 ed era
ancora buio. Sentivo che qualcosa di strano mi era accaduto, infatti mi mancava
il fiato come se qualcuno mi avesse tirato un pugno sulla schiena. Allora
cercai di scendere a fare colazione ma ecco che scoprii guardando le mie gambe
che ero diventato un pesce gigante. Mi venne voglia di acqua, avevo bisogno
d’acqua. Agitando la coda e le pinne come un pazzo caddi per terra facendo un
tonfo inimmaginabile, quasi come se si fosse buttato giù da un palazzo un
elefante indiano. Chiamare soccorso non riuscivo e vedevo a malapena gli
oggetti intorno a me. Per fortuna sbattendo un po’ di qua e un po’ di là
riuscii ad arrivare al bagno e a entrare nella vasca da bagno piena d’acqua che
sarebbe stata per mia madre. Finalmente una boccata d’acqua … scivolato via
dalla vasca vidi il nostro gatto Pallina avvicinarsi con passo felpato, capendo
che stava cercando di attaccarmi mi dimenai più che potevo. Purtroppo aveva
incominciato a affondare le sue unghie sulle branchie, mi accecò un occhio e mi
divise in due la coda. Ero stremato da quegli immensi dolori. Quando a un
tratto entrarono i miei genitori attirati dal rumore. Ed è così che disgustati
mi misero in un sacco pieno d’acqua e mi buttarono in un acquario. Da quel
giorno vissi tutta la vita nel mio acquario e non si chiesero neanche
minimamente dove fossi finito.
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