domenica 23 ottobre 2016

Sogno o realtà? (di Andreea Sarmasan)

Non vi sembra un po' strano quel sogno che sembra realtà da cui non vi potete svegliare?
Sono sogni talmente reali che ci spaventiamo all'idea che siano realtà.
Ecco cos'è successo a me.
Poco tempo fa ho fatto un sogno molto strano. Questo sogno si ripete ogni volta che mi addormento e ho paura che si ripeta anche sta notte.
In questo sogno c'ero io, soltanto io su una spiaggia che mi sembrava familiare.

Sulla spiaggia c'era uno strano uomo con un bicchiere con un liquido rosso e viscoso dentro: sembrava quasi sangue, ma pensando in positivo, poteva essere del succo alla ciliegia andato a male.


Questo strano individuo mi guardava e bisbigliava qualcosa dicendo il mio nome.
Sulla spiaggia c'era scritto: “Tutto si avvera”.
Cominciavo a sentirmi sempre più debole e mi girava la testa, ma quell'uomo non mi venne in soccorso, anzi, bevve un po' di quello strano liquido.
A mano a mano che lo beveva, io, mi sentivo sempre peggio fino a quando a un certo punto svenni.
Il liquido era al minimo e dopo essermi svegliato, avevo le stesse sensazioni ma più forti.
Ero deciso a “decifrare” questo strano sogno che mi tormentava e volevo sapere tutto a tutti i costi.
E anche questa notte lo stesso sogno identico, tranne che per una cosa: quell'uomo mi diceva di fare attenzione alla gente come lui perché hanno poteri che nemmeno ci immaginiamo. Sanno tutto di noi perché loro sono noi in versione coscienza.
Ed ecco che mi risvegliai peggio di tutte le altre volte.
La mia mamma decise di organizzare una vacanza per tutti su un'isola con una bellissima spiaggia. Era convinta che ci facesse bene visto anche che mi vedeva sempre molto teso a causa di questo sogno di cui lei non era a conoscenza.

1 settimana dopo...

Ed eccoci pronti per questa “meravigliosa” vacanza su un'isola che nemmeno conosco, a stare in case di paglia e legno; che divertimento!
Arrivati, l'isola era carina e la prima cosa che ha fatto mio fratello Luca è di buttarsi in acqua.


Ora ci vado anch'io, tanto è una vacanza e nelle vacanze bisogna divertirsi.
Si è fatto subito sera e ora andiamo tutti a dormire ed io con la speranza di non sognare più quell'uomo che si definiva la mia coscienza.
Dalla finestra di camera mia ho appena visto quell'uomo con un bicchiere, anch'esso pieno di liquido rosso.
Ho pensato che fosse ancora quel sogno, ma poi mi sono dato un pizzicotto e ho capito che ero ancora sveglio.
Ne volevo sapere di più su questa storia. Esco da casa e vado verso quell'uomo che ogni 10 secondi beve un sorso di quel liquido e io mi sento sempre peggio.
Mi gira la testa, non vedo più bene ma con le mie ultima forze riesco a leggere quella maledetta frase: “Tutto si avvera”.
Ora è la dodicesima sorsata che beve e io sono per terra a pezzi.
Ho capito una cosa: quel liquido rosso è il mio sangue e lui lo sta bevendo, quindi io.....
ora vedo tutto nero, nemmeno un fascio di luce e per pochi secondi mi sono venuti in mente i miei più bei ricordi.
Vorrei essere ancora in vita ma con 15 sorsate quello strano essere mi ha ucciso.
Il problema è che io so perché lo ha fatto: 15 gli anni che ho scontato in carcere, 15 le pugnalate date a quella bambina...

Un sogno diventato realtà (di Davide Peretti)

Era una notte come le altre quando mi addormentai subito dopo la favola della buona notte dei miei genitori e non pensavo che il mio peggior incubo diventasse realtà: dopo essermi addormentato mi svegliai in un bosco nero con alberi alti e pieno di nebbia, ero solo senza amici e per di più senza genitori: il mio incubo.


Mi addentrai nel centro del bosco dove trovai una porticina molto piccola, per la paura entrai e mi trovai in casa mia con i miei genitori; ma avevano qualcosa di strano: al posto degli occhi avevano due biglie nere più nere del carbone; felice e impaurito li abbracciai e loro con voce assordante mi ripetevano: <<Ora sei con noi, non ti succederà nulla>>; spaventatissimo mi buttai dalla finestra e mi trovai nella barca di mio padre e iniziai a remare veloce sempre più veloce finché non vidi i due mostri che mi inseguivano e sulle spalle gli spuntarono delle ali enormi.




Cercai di remare più veloce ma loro lo erano di più, finché vidi una luce celeste in mezzo al lago; due angeli bianchi apparvero, io guardai stupito: erano loro, i miei veri genitori erano venuti a salvarmi.

Dopo una lunga battaglia i mostri furono sconfitti ma per salvarmi i miei genitori morirono e io fui salvo.

Mi risvegliai nel mio letto e andai a chiamare i miei come ogni mattina ma erano spariti come nel sogno e dal quel giorno i miei angeli mi tengono compagnia, anche se vivrò per sempre il mio peggior incubo: stare senza di loro.


I sogni (di Iris Mazzei)

I sogni, ho sempre creduto che un sogno non si possa avverare … l’ho pensato fino a oggi.
27 febbraio 2001, mi metto nel letto stanca morta. Nel letto pensavo: “Mi dicono che i sogni se vuoi si realizzano, ma io non ci credo … se no anche se spero e continuo a sperare, perché i miei genitori non ritornano da quel viaggio?”.
Erano partiti appena io ero nata, e da quel giorno non li rividi. Mi sentivo strana, come se io non mi muovessi e non potessi parlare.
Il mattino seguente mi alzai sempre con quella strana sensazione e mi guardai allo specchio, appena rivolsi lo sguardo sullo specchio, apparve la faccio di due soggetti strani ma familiari.


Un po’ dopo quella strana visione bussarono alla porta ma quando la aprii mi ritrovai nel bosco con in mano un biglietto con scritto: qual è il tuo primo pensiero? Mamma e papà.
Ci arrivai dopo, io ho sempre sognato che i miei genitori tornassero ma non sono mai tornati, vidi due persone che mi dissero “Figlia mia!” I miei genitori finalmente! Sentii un brivido dietro la schiena e poi caddi a terra svenuta.
Mi risvegliai nel letto di un ospedale e pensai che fosse solo un sogno e che ero stata male ma quando mi voltai vidi i miei genitori.
Io urlando “siete tornati, siete tornati” mi gettai nelle loro braccia e mi dissero che non erano mai andati via. Mi raccontarono che ero in coma da 5 anni ormai.
2 settimane dopo uscii con i miei genitori dall'ospedale e mi chiesi chi fossero i due soggetti dello specchio nel sogno, andai verso lo specchio e poi la malattia mi fece svenire e mi riportarono all'ospedale.
I medici mi dissero che soffrivo di allucinazioni e che i miei ricordi stranamente cambiavano.
Chiesi di chiarirmi tutto e questa fu la risposta: “I tuoi genitori ti hanno lasciata qui a tre anni” e io avevo 46 anni ormai.
Dopo un anno di visite mi rilasciarono e io mi feci una vita.


Racconto fantastico (di Clintin Igbinovia)

Un mio amico questa estate mi ha raccontato una storia VERA ma un po’ strana, e ora ve la racconterò anche io.
Ico (il mio amico) era andato in montagna a Mompellato con gli amici per festeggiare e sono stati lì per la notte. Loro dopo la cena hanno parlato fino a tardi e prima di andare a dormire perché era già tardi andarono a fare un giro nel boschetto. Dopo un po’ camminando sentirono dei passi dirigersi verso di loro e spaventati notarono che c’era solo un bambino di circa 10 anni e loro sconvolti di vedere un ragazzo lì da solo alle due di notte, gli chiesero cosa ci facesse e lui rispose che stava solo facendo un giro prima di dormire. Loro non volendo lasciarlo solo lo riaccompagnarono a casa, che si trovava in una cittadina lì vicino e se ne andarono solo dopo che lui entrò in casa. E se ne andarono via anche loro.
Il mattino dopo per prima cosa andarono a controllare se il bambino era a casa e se stava bene. Ma appena arrivati aperta la porta il proprietario gli disse che lì ormai non c’era un bambino da anni; Ico pensando che era uno scherzo o che aveva sbagliato casa andò nella casa vicina solo che gli risposero di nuovo così. Allora lui capì che quel bambino che aveva incontrato di notte in pratica non era mai esistito. Solo che lui lo aveva visto e anche i suoi amici. Allora andò a casa e non ci penso più.

CLINTIN IGBINOVIA

Racconto fantastico (di Sara Goitre)

C’era una volta un drago che viveva in un bel castello. In questo castello viveva anche un bel principe di nome Leonardo. Un giorno cadde dal cielo uno scrigno magico che cambiò la vita di Leonardo e del drago.  I due, fecero tanta fatica ad aprire questo scrigno. Ci provarono molte volte finché chiesero aiuto all'amica fata; la fata accorse in loro aiuto e con una formula magica aprì lo scrigno. In questo scrigno vi era una pergamena che diceva: nascosta nelle catacombe del castello vi è imprigionata una bellissima principessa di nome Nausica che essi dovevano liberare. Essi scesero nelle catacombe e liberarono la principessa. Leonardo dopo aver salvato Nausica la sposò.


La metamorfosi (di Nicholas Fimiani)

Mi sveglio all’improvviso, in un mondo strano, la preistoria.
Il mio corpo è diverso, non lo sento più mio, mi guardo i piedi e al posto mi ritrovo delle zampe di t-rex. Sono diventato un t-rex.
L’ambiente non è come mi ero sempre immaginato: pieno di vegetazione, vulcani e dinosauri.
Decido di andare a perlustrare la zona in cerca di altri miei simili, sono ore e ore che cammino ma non trovo nessuno. Mi sono accorto che nell‘isoletta sono solo.
Sono disperato e cerco una via per scappare da questo incubo e ritornare nel mio mondo.
Sento un terremoto, svengo.

Ho riaperto gli occhi, sono tutto sudato, sono in una sauna: il terremoto era un uomo che mi scuoteva perché era preoccupato per la mia sonnolenza.


Un brutto sogno (di Mirko Diana)

Mentre mia madre era a lavorare, io e mia sorella, parlando, decidemmo di uscire di nascosto per andare a fare un giro in bicicletta. Durante il percorso per andare in piazza, incontrai un mio amico e mi misi a parlare con lui senza accorgermi che mia sorella stava andando avanti. Arrivati al bar, mia sorella si accorse che io non le stavo dietro, quindi mi chiamò al telefono e le dissi di incontrarci direttamente al bar. Dopo cinque minuti ci incontrammo, prendemmo un gelato e corremmo di nuovo verso casa. Dopo cinque minuti mi chiamò mia madre al telefono per dirmi che lei era a casa e mi chiese dove eravamo. Noi fummo obbligati a rispondere che eravamo andati a prendere un gelato e ci sgridò.


Allora mi svegliai. Era stato soltanto un brutto sogno...

Racconto fantastico (di Deborah Darò)

Un giorno d'Agosto i miei genitori mi lasciarono a casa da sola. Quando loro sono andati via da casa io sono andata a fare un giro. Erano già passate due ore e io ero ancora in giro, mentre camminavo, curiosamente mi venne in mente un sogno. Quel sogno era molto triste perché, quando mi fermai per sedermi mi apparve mia nonna di fianco. Da quel momento io e mia nonna abbiamo parlato per tanto tempo, ci raccontavamo cose che facevamo sempre: giocare insieme, dormire tutte e due insieme, e divertirci a fare il solletico. E quando parlavamo, in quel momento arrivarono i miei genitori e da lì mia nonna non apparve più. Quando siamo arrivati a casa i miei genitori mi dissero: " Perché non ci hai avvisati che volevi uscire? ". E capii che non era vero quello che mi era capitato ma era un sogno.


Metamorfosi (di Daniele Casetta)

Come ogni mattina mi svegliai, erano le 7.03 ed era ancora buio. Sentivo che qualcosa di strano mi era accaduto, infatti mi mancava il fiato come se qualcuno mi avesse tirato un pugno sulla schiena. Allora cercai di scendere a fare colazione ma ecco che scoprii guardando le mie gambe che ero diventato un pesce gigante. Mi venne voglia di acqua, avevo bisogno d’acqua. Agitando la coda e le pinne come un pazzo caddi per terra facendo un tonfo inimmaginabile, quasi come se si fosse buttato giù da un palazzo un elefante indiano. Chiamare soccorso non riuscivo e vedevo a malapena gli oggetti intorno a me. Per fortuna sbattendo un po’ di qua e un po’ di là riuscii ad arrivare al bagno e a entrare nella vasca da bagno piena d’acqua che sarebbe stata per mia madre. Finalmente una boccata d’acqua … scivolato via dalla vasca vidi il nostro gatto Pallina avvicinarsi con passo felpato, capendo che stava cercando di attaccarmi mi dimenai più che potevo. Purtroppo aveva incominciato a affondare le sue unghie sulle branchie, mi accecò un occhio e mi divise in due la coda. Ero stremato da quegli immensi dolori. Quando a un tratto entrarono i miei genitori attirati dal rumore. Ed è così che disgustati mi misero in un sacco pieno d’acqua e mi buttarono in un acquario. Da quel giorno vissi tutta la vita nel mio acquario e non si chiesero neanche minimamente dove fossi DANIELEfinito.

8:30 (di Elena Brignoli)

Mi sveglio all'improvviso e guardo l’ora: le 8:30. E’ tardissimo, la scuola è iniziata da 20 minuti. Probabilmente la sveglia non ha funzionato e la mia famiglia è rimasta addormentata.
Mi alzo e vado nella camera dei miei genitori ma non trovo nessuno. Strano. Vado da mio fratello … non c’è.
Inizio a chiamarli mentre giro per casa ma non rispondono. Sono sola, inizio a non capire. Prendo il cellulare e telefono a mio fratello, mia madre, mio padre, invio messaggi … nessuno risponde, con le gambe che tremavano esco di casa: non c’è anima viva, solo tanto silenzio.
Decido di vestirmi e andare dai miei nonni.
Per strada corro senza fermarmi. Le case, i negozi, la scuola, tutti chiusi. Non passano auto e … i miei nonni non ci sono.
Ormai terrorizzata ritorno a casa e mi chiudo dentro.
Accendo la TV ma non funziona. Inizio a piangere e a domandarmi dove sono spariti tutti. Ho paura, paura di essere rimasta da sola in tutto il mondo.
Perché? Dov'è la mia famiglia?
Mi metto nel letto e chiudo gli occhi sperando di addormentarmi e scoprire che è solo un sogno, ma non riesco, ho troppa paura, sto tremando e piangendo.
“Elisa sveglia, è ora di alzarsi”. La mia mamma mi sta svegliando per andare a scuola.

Apro gli occhi … era solo un sogno.


Un sogno fantastico (di Alessandra Battello)

Quella notte feci un sogno ASSURDO!!!
C’eravamo io e il mio migliore amico a casa mia.
Stavamo giocando a nascondino per tutta la casa.
Toccava a me contare, appena ebbi finito iniziai a girare intorno alla casa per cercarlo.
Feci due o tre giri senza trovarlo poi lo intravidi alla finestra di camera mia, entrai e lo vidi rannicchiato sul pavimento. Lo toccai sulla spalla gridando:” PRESO !!!”. Lui si girò e mi guardò fisso negli occhi. Vidi che i suoi occhi stavano lentamente cambiando colore. Da quel marrone intenso ad un giallino debole che diventava sempre più scuro ed inquietante.
Io per non allarmarlo non gli dissi nulla.
Uscimmo di casa per andare in giardino.
Mentre chiacchieravamo notai dei comportamenti strani in lui: ogni tanto mentre parlava, si portava una mano sulla fronte e chiudeva gli occhi col viso rivolto verso il basso. Quando accadeva gli chiedevo se andasse tutto bene e lui mi rispondeva sempre:” Sì Sì, tranquilla…”.
Andammo un po’ sui pattini a rotelle.
Andavo come un fulmine ma poi ad un certo punto persi l’equilibrio e caddi. Lui si avvicinò a me e mi porse la mano per aiutarmi a rialzarmi. La guardai e notai che aveva delle specie di squame sul palmo e sul dorso. Gli diedi la mano e mi rialzai.
La mano era ruvida e fredda. Il mio migliore amico si stava mutando!!! Spaventata mi allontanai e rimanemmo lì a fissarci per non so quanto tempo, poi lui si avvicinò a me e notai che al fondo della palpebra erano comparse altre squame. Mi ricordai del film visto la sera prima: l’avevo guardato con lui. In quel film stavano accadendo le stesse cose che stavano accadendo al mio migliore amico. Era orribile: una tra le persone più importanti della mia vita si stava trasformando in chissà quale bestia.
Passammo il tempo come se nulla fosse.
Arrivò, dopo un po’, una nostra amica. Iniziammo a giocare ad “obbligo o verità”. Scelsi obbligo, l’errore più grande della mia vita… lei fa:” A stampo con lui.” Non potevamo avere alcun contatto fisico se avesse cominciato ad avere squame in faccia… io le feci di no ma lei insisteva. Quando dissi di no lui si alzò e se ne andò, io scattai in piedi e lo seguii. Lui mi chiese perché avessi detto di no, allora gli misi uno specchio davanti alla faccia. Lui si guardò ma non sembrò shockato dall’accaduto. Anzi, mi guardò e mi sussurrò un “grazie”.
Non capii il motivo per cui mi ringraziò.
A quel punto mi svegliai mi vestii e mi precipitai a casa sua. Mi aprì e ci rendemmo conto che quel sogno l’avevamo fatto entrambi. Ci fissammo e dopo poco scoppiammo a ridere… eravamo confusi… ci abbracciammo senza farci problemi. Capimmo che c’era qualcosa che non andava quando scoprimmo che tutte le notti facevamo i sogni uguali. Era come se ci fosse qualcosa che ci collegava. Che collegava le nostre menti. Una specie di corda invisibile che ci univa. Infatti, nei giorni seguenti tutto ciò che accadeva a uno accadeva anche all’altra. Eravamo spaventati. Decidemmo di fare delle analisi e dai test si scoprì che…

CONTINUA…

Impossibile (di Cinzia Amparore)



Un giorno, che mi parve come gli altri, andai a scuola. Quel giorno iniziò subito male, infatti quando entrai mi accorsi che le mie due migliori amiche non c’erano, cosa che non mi sarei mai aspettata. Durante la lezione parlando del più e del meno chiesi al mio compagno di banco se sapeva cosa avevano le mie amiche e lui mi rispose come se loro non esistessero e io rimasi shockata. Durante il corso della giornata parlai con altri compagni e anch’ essi mi risposero allo stesso modo.
Tornata a casa presi il telefono e composi il numero di una, ma partì una vocina che diceva “Il numero da lei chiamato è inesistente”; stessa risposta quando chiamai l’altra. A quel punto decisi di andare alla centrale di polizia, ma quando parlai delle due ragazze scomparse loro si misero a ridere e mi dissero che quelle due persone non esistevano, e io me ne andai triste. Non capivo cosa poteva essere successo, mi misi a pensare ad alcune possibili spiegazioni, solo che nessuna aveva un senso logico. I giorni passavano e io avevo bisogno di parlare con qualcuno dei miei problemi ma non c’era nessuno di cui mi potevo e mi volevo fidare.

Io non volevo credere che i miei due punti di riferimento non esistevano più. La mia testa iniziò pian piano ad andare fuori di sé: non riusciva a tenersi tutto dentro. Ogni secondo che passava io mi chiedevo com'era possibile tutto questo, e pensandoci bene infatti tutto ciò era IMPOSSIBILE.  Non riuscivo più a vivere e a dirla tutta non volevo più vivere, volevo finire lì tutta la mia vita. Ma questo non avvenne perché qualcosa mi tratteneva e questo qualcosa era l’amore che provo per un ragazzo che nessuno sa chi è ma a me mi fa perdere in mezzo al nulla.


sabato 22 ottobre 2016

Un sogno (di Simone Tibaldo)

Una notte ho sognato che ero in un posto dove non ero mai stato.
Era tutto bello,tutto luminoso.  
  


Ero in una città fantastica,non c’era nessuno, la città era deserta. Mi aggiravo per le strade da solo,  mi fermavo ogni tanto in mezzo alla strada.
A un tratto sentivo dei rumori,tutto diventava buio e i rumori diventavano sempre più forti e vicini. 


Vedevo una luce nell'oscurità che si stava avvicinando a me. 


Ero preso dalla paura e iniziavo a correre verso una strada senza fine.


Mentre stavo correndo a perdifiato qualcuno mi toccava. Era arrivata mia madre che mi ha svegliato per andare a scuola..  e il mio sogno finisce in questo momento.
FINE

(SIMONE TIBALDO)


Il sogno (di Alessia Raso)

Il mare è di un colore incredibile: sono mille sfumature dal verde mare al viola più profondo, vedo a stento ciò che mi circonda, è tutto come appannato però sento una musica delicata prodotta da strumenti non ancora creati. Torno a galla ed è buio, non ci sono la luna e le stelle ma c'è il sole, un sole caldo ma che non illumina o almeno non molto, mi sembra di poterlo toccare.


Di colpo mi sento risucchiata sott'acqua e mi ritrovo in un vortice che sembra non finire mai, ma alla fine si ferma e mi trovo in un posto completamente sconosciuto, sembra un deserto ma la sabbia e il cielo sono neri.


In lontananza vedo due persone. Mi avvicino e capisco che si stanno sposando. Quando tocco la spalla della sposa di colpo lei si trasforma in sabbia insieme allo sposo, mi sento turbata e svuotata di tutte le mie sicurezze, così lentamente mi allontano e mi dirigo verso un gruppo di bambini che stanno giocando, ma quando li raggiungo anche loro si disintegrano.


Mi butto a terra e piano piano mi fondo con la sabbia e sono di nuovo nel mio letto, anzi sul tappeto di fianco al mio letto, probabilmente mentre sognavo mi sono mossa e sono caduta, mia madre irrompe preoccupata nella stanza e mi aiuta a ricoricarmi a letto. Lo so, era un sogno ma mi sembrava vero, l'acqua intorno a me, la sabbia tra le dita.

Un'avventura mistica (di Davide Pipino)

Mentre passeggiavo sulle altissime montagne del regno delle stelle, mi accorsi che il tempo era cambiato drasticamente, infatti mi accorsi che lo sciame di cimici arcobaleno stava migrando verso sud.

Così scesi in una vasta pianura ad osservare il cielo che piano piano lasciava posto all'incredibile firmamento di stelle.


Stavo per assopirmi quando un buffo ometto mi chiamò per nome da lontano; la prima cosa che ho pensato era: ma come fa a conoscermi, ma poi non diedi importanza alla cosa e mi recai da lui; subito gli chiesi come sapeva il mio nome e lui rispose che gli era venuta voce dall'estremo Nord che ero un eroe che salvava gli indifesi da mostri incredibili; io risposi di sì, ma in realtà non avevo idea di chi fosse quell'eroe però sentivo odore di avventura e mi ci fiondai dentro.  
Lui mi disse che il diavolo aveva rapito sua moglie perché l’ometto aveva rubato il frutto proibito detto anche “Bamela” e per riaverla doveva rubare il cuore puro di un angelo.
Io accettai l’impresa, ma mi chiesi come potevo ottenere il cuore di un angelo, allora andai in paradiso. L’uomo mi diede anche un pugnale fatto con un dente di drago e mi spiegò che solo con questo avrei estratto il cuore ad un angelo.
Arrivato in paradiso scoprii che per prendere il cuore ad un angelo dovevo prima integrarmi nella loro comunità, allora iniziai a vivere come loro e a reputarmi uno di loro.
Poi conobbi Angelina, un giovane angelo che presi subito in simpatia, lei mi spiegò i valori della vita secondo le loro conoscenze e il loro lavoro per proteggere le anime e mi illuminò con i suoi racconti e la sua gentilezza tanto che io finii per innamorarmene.


Dopo un anno l’uomo mi chiamò per darmi un apparecchio che mi permetteva di sapere quali angeli erano puri di cuore e con mio grande dolore scoprii che l’unico angelo puro di cuore era Angelina.
Io non potevo ucciderla e non ci volevo neanche provare ma ormai non potevo abbandonare la missione e allora le spiegai la situazione e lei decise di sacrificarsi ma mi disse che sarebbe sempre stata con me.
Tornato dall'omino ci incamminammo verso l’inferno; il diavolo era lì che ci aspettava sghignazzando: noi gli porgemmo il cuore che mangiò senza scrupoli e io nel frattempo mi stavo commiserando per quello che avevo fatto;


ma lui ci diede degli sciocchi e disse che non ci avrebbe mai restituito la moglie, io preso dall’immensa rabbia mi scagliai contro di lui e mi feci mangiare e dall’interno gli strappai la sua gemma vitale che fece esplodere tutto.
Poi mi svegliai. Stavo volando e con me c’era Angelina, ma poi si spense tutto e aprii gli occhi, guardavo il soffitto: ero a casa, ero salvo, era solo un sogno, ma nonostante tutto resta la storia nei miei sogni più strana di sempre. 

Il mio sogno (di Alessia Marcimino)

Io ero su una nave, c’erano altre persone tra le quali Sara la mia amica.
Mi è arrivata la notizia che mio padre era diventato ricco, la notizia non mi è piaciuta perché avevo paura di perdere il suo affetto.
A questo punto mi sono buttata in acqua e sono stata salvata da un ragazzo che non conoscevo, il suo nome era Jack, l’ho ringraziato e da quel giorno siamo diventati amici.
Passavamo il tempo piacevolmente giocando, ascoltando la musica anche se avevamo gusti diversi.
Mi piaceva molto chiacchierare con lui perché era carino, intelligente, gentile e simpatico; purtroppo la nave è affondata e a quel punto mi sono svegliata.


Il sogno (di Aurora Leccese)

Una notte ho fatto un sogno …


Mi trovavo a Viotto ma era più grande del solito e pensai: molto strano.
Iniziai a visitare strade che non avevo mai visto: ville misteriose, vegetazione secca e un cimitero.
Ad un tratto mi trovai alle spalle un mio compagno di scuola: “Tibaldo come mai sei qui?”
Non mi rispose ed entrammo in una villa inquietante: le finestre erano oscurate, il portone aveva una radice tutta intrecciata davanti e in giardino tanti animali imbalsamati.
Stavamo tirando le pietre e ad un certo punto per sbaglio abbiamo rotto una finestra; dalla villa uscì un uomo orribile con un piccone che ci rincorse mettendoci una gran paura addosso. Ci siamo messi a correre a gambe levate: ad un tratto ci trovammo nel cimitero. Il senso di paura iniziò a salire sempre di più.
Ci guardammo intorno e verso di noi si stavano avvicinando degli zombie e mi resi conto che erano i miei compagni di scuola: Clintin, Gioele, Andreea, Elena, ecc…

Mi svegliai di soprassalto molto spaventata e non mi vergogno a dirlo andai nel lettone di mia mamma.


Un sogno a dir poco strano (di Luca Di Pace)

attorno a casa mia  C’erano delle case e molti frutteti .
 sono andato a dormire, il mattino seguente  mi sono  svegliato, sono andato a trovare il proprietario dei frutteti,  ma non c’era più , al posto dei frutteti e delle case c’erano: edifici giganti, grattacieli, e imprese immobiliari, insomma una piccola citta’, o meglio un quartiere. Ero rimasto a bocca aperta.


ad un certo punto passano una trentina di uomini d’affari, poi  sono passati un sacco di clienti che da quanto mi sembrava erano  in ritardo per un appuntamento con della gente.
nel quartiere  era tutto cambiato, pure casa mia che era diventata molto piccola e la cosa ancora più strana e’ che non c’era nessuno a parte  me, i clienti e gli uomini d’affari. ma anche un’altra cosa: che il quartiere era isolato ed  era nel deserto. faceva un caldo incredibile, c’erano 40° gradi.
a un certo punto vedo una luce accecante, bianca. L’ho guardata e mi sono ritrovato nel mio letto. mi  ero svegliato.                                                                          Ero terrorizzato dal mio sogno, ho guardato tutto: casa, i frutteti  e le case  attorno alla mia.


fortunatamente era tutto normale  e    …  
FINE

Un sogno (di Gioele Damiano)

Uno dei miei sogni più recenti (credo pure uno dei più strani), comincia così.
Io che mi sveglio in un campo di guerra con un’arma vicino. Spaventato prendo l’arma e inizio a correre verso il nulla.
Non sapevo dove andare, vedo un’ombra, per istinto punto l’arma contro, inizio ad urlare “Chi sei?” Nessuno rispose.
Per tutto il sogno cercavo: persone, animali, cose…… ma nulla. 
Ad un certo punto un terremoto  “nel sogno” mi fa cadere.         Stranamente non mi sveglio.               
Subito dopo una grossa ombra mi viene contro, spaventato prendo l’arma e le sparo , ma nulla da fare non cade, non muore.  
Spaventato comincio a correre ma la creatura mi prende e mi ingoia.   Mi sveglio spaventato, volevo capire, ma mi rimisi a dormire. 



Storia di un sogno (di Gianluca Chiale)

C’era un tempo, in cui tutte le persone che avevano l’opportunità di conoscere questa grande persona erano contente. Perciò si ritrovavano insieme, o in un pub o in un ristorante oppure in un bar a mangiare, mentre questa famosa persona suonava per loro.
La gente era felice, e, ascoltandolo, certi pensavano, magari, che sarebbero potuti andare a corsi normali, o privati, di musica.
Quando iniziava a suonare e a toccare il pianoforte, non si fermava più, perché questa persona era un genio della musica, poteva anche suonare bendato a occhi chiusi, e non sbagliava neanche una nota.
Questa persona, girava un pò in tutto il mondo: Stati Uniti, Città del Messico, Australia, Cina, Brasile, Egitto ed Europa, soprattutto l’Italia, di cui fu molto contento. Senz’altro la migliore secondo lui, perchè con la sua musica faceva esplodere il pubblico italiano, pure con concerti, come, per citarne uno, il concerto all’arena di Verona. 


L’Italia gli piaceva, perchè oltre al fatto che guadagnava molto, era soprattutto sereno, perché sentiva l’aria mediterranea della Sicilia, o quando era a Torino vedeva le montagne che, ad esempio,  a New York non vedeva.


Dopo la sua carriera da musicista e dopo aver guadagnato un sacco di soldi, andò a Dublino, ovvero la città dove era nato, e fu così, che dopo la sua morte, tutti i suoi fan rimasero molto delusi, però la musica continuerà a restare quella che è, perché non smetterà mai di esistere.



Gita al mare (di Marta Cappa)

GITA AL MARE

Oggi, con la mia famiglia, sono andata a fare una gita al mare e nella notte ho avuto un sogno molto strano.

IL SOGNO:

Quando mi sveglio c'è una grande confusione in casa, e mia madre urla dalla disperazione: mio fratello si è trasformato in un pesce!
Non sapendo cosa fare l'abbiamo portato dal dottore che ci ha detto:”Se lo portate al mare tutto si risolverà.”
E così abbiamo fatto, siamo andati al mare...soltanto che nel viaggio Lorenzo, mio fratello, aveva bisogno di respirare, gli serviva dell'acqua. Così ci siamo fermati all'autogrill, e abbiamo preso un vaso, abbiamo tolto i fiori e l'abbiamo messo in testa a Lorenzo.
Arrivati al mare, mia mamma e mio papà si sono rilassati, e io e mio fratello ci siamo buttati in mare, visto che lui aveva molto bisogno d'acqua; così tanto bisogno che il suo corpo odorava di pesce decomposto.
Il mare era pieno di meduse, e una mi si è posata in faccia, non riuscivo a staccarla, la faccia stava bruciando e quando si decise a togliersi io ero più abbronzata che mai. Mia mamma dall'invidia iniziò a rincorrerla nel mare soltanto che lei non essendo capace di nuotare stava annegando, però Lorenzo riesce a salvarla.
Dopo averla portata a riva Lorenzo viene attratto dall'esca di un pescatore.


Mio fratello abbocca e subito dopo di lui altri cento pesci, infine una balena arriva e li mangia tutti, compreso mio fratello!
Io inizio a rincorrere la balena, essendo un essere umano in acqua non sono così veloce. Però meno male che arriva un salmone che mi porta a spalle e riesco, con una spada trovata nel fondale, a sconfiggere la balena.
Riesco a ritornare a riva con Lorenzo grazie al salmone, la spiaggia era diversa, era più morbida ma la sabbia era appiccicosa.
Provo ad assaggiarla: era zucchero filato.


Mi ci butto dentro, peccato che non riesco ad uscire, mio papà dorme, anche mia mamma e Lorenzo è un pesce: come mi salvo?
Sopra di me zucchero filato sotto di me caramelle … visto che avevo abbastanza fame ho deciso di fare pranzo mangiando zucchero filato. Riesco a raggiungere di nuovo la spiaggia, soltanto che appena vedo il sole inizio a vomitare addosso a mio fratello che si trasforma in zucchero filato.
Lo portiamo dal medico che ci dice:”Se volete riportarlo a com’era prima dovete andare in un’isola.”

Così andiamo in un’isola aiutati dal mio fedele salmone. Aveva ragione il dottore: Lorenzo è tornato un essere umano soltanto che non riuscivamo più a tornare sulla costa e vivemmo per sempre su un'isola remota.