Maya
e le scaglie
dorate
Maya
camminava tranquilla nel bosco quando all’improvviso un grosso puma
le balzò addosso e lei più veloce della sua ombra scagliò un
coltello dritto, dritto nel cuore del puma. Già Maya non era una
vera “principessina” anche se i suoi genitori il re e la regina
l’avrebbero voluto con tutto il loro cuore, la giovane aveva
capelli neri come l’avorio e molto selvaggi, gli occhi erano verdi
con delle sfumature dorate, in più non è che si vestisse come una
principessa, indossava spesso pantaloni rubati al fratello e camicie
che erano state strappate e poi buttate dal padre. Il carattere di
certo non era meglio del vestiario: al posto di ricamare con la madre
lei preferiva andare a caccia con i fratelli che però raramente le
davano il permesso, a tavola poi non ne parliamo, la sera precedente
ad esempio dopo aver “ruttato” in pubblico era stata messa in
punizione, insomma possiamo dire che Maya si comportava proprio da
“maschiaccio”; nessuno aveva mai capito che cosa l’aveva
portata a comportarsi così, Maya pensava che non c’era un motivo:
lei era nata così e nessuno avrebbe potuto cambiarla neanche sua
madre con le sue dure punizioni. Maya pensò di andare a riposarsi al
fiume, mentre era distesa sull’erba pensava a cosa avrebbe fatto
sua madre se fosse stata lì. In quel momento notò nell’acqua
qualcosa di brillante, ne fu attratta e decise di appropriarsene,
sembrava un sassolino dorato. Per saperne di più pensò di andare da
Erin una Selkie che studiava tutto ciò che era magico. Arrivata su
una scogliera iniziò a gridare – Erin, Erin - e dall’acqua
emerse la fanciulla, Maya andò subito al sodo: “Che cos’è
questo oggetto ?” Erin le disse che era una scaglia, la giovane in
quel momento notò una scritta. Un nome. “Itaresch”.
Chiese
immediatamente alla sua amica il significato di questa parola, Erin
le raccontò di una leggenda che veniva tramandata oralmente nel
fondo degli abissi; questa parlava di
un drago dorato che fu nascosto dal padrone dietro un‘enorme
cascata per fare in modo che solo la persona giusta lo trovasse, il
padrone aveva inoltre nascosto in vari luoghi alcune scaglie della
corazza del drago. Maya non ci pensò due volte, desiderava trovare
quel magnifico drago che ormai l’ aveva affascinata, ma sapeva
anche che nessuno della sua famiglia le avrebbe dato il permesso …
doveva assolutamente trovare un modo per scappare di nascosto. Ormai
era giunta l ‘ora di tornare a casa. Salutò Erin e si diresse
verso il castello, durante il viaggio la sua mente fu sopraffatta dai
pensieri: “ Forse non avrebbe dovuto tornare a casa, forse l’
unico modo sarebbe stato quello di partire in quel momento, ma non
aveva viveri con sè, sapeva che i suoi genitori
non gliela avrebbero perdonata e inoltre era consapevole che sarebbe
stata la scelta sbagliata.”
Decise
di tornare a casa. Arrivata chiese consiglio al fratello maggiore che
l’aveva sempre sostenuta nelle sue scelte. Decisero che la mattina
seguente sarebbero partiti insieme alla ricerca di questo drago
leggendario.
Si
svegliarono all’ alba, lei frugò nelle dispense reali e prese
tutto ciò che entrava nella sacca e prese alcuni denari dal comodino
del padre ancora addormentato, nel frattempo il fratello sellava i
cavalli nella scuderia privata del padre. Partirono in fretta e furia
e andarono da Erin per qualche altra informazione utile al loro
viaggio, e per un ultimo saluto in caso non fossero più tornati.
Erin
disse loro che sarebbero dovuti andare in Italia come consigliava
chiaramente il nome inciso sulla scaglia, partirono e in poco tempo
grazie alla velocità dei cavalli e del traghetto trovato sulla costa
arrivarono in Francia , lì furono ospitati da un loro lontano cugino
che gli prestò la sua carrozza. Sorpassate le montagne ne notarono
una più grande delle altre, la giovane si ricordò che Erin gli
aveva accennato di questa montagna che avrebbero notato sorpassato
il confine, trovarono una grotta in cima alla montagna dove era
posizionato un piedistallo con su appoggiato un’altra scaglia con
su scritto la formula per trovare la terza. Sarebbero dovuti andare a
Roma, vicino al Colosseo , lì avrebbero poi visto una seconda
grotta; si spostarono ancora per mezzo della carrozza del cugino e
circa una ventina di giorni dopo scoprirono la scaglia, questa volta
vi era inciso l ‘ultimo indizio, il drago era dietro la cascata di
lava del Vesuvio. Maya non si scoraggiò, ripartirono, in due giorni
arrivarono alla meta e rimasero stupiti, non avevano mai visto un
vulcano e non sapevano come poter attraversare quell’ enorme
discesa di lava, ma il drago sentendo la presenza delle sue preziose
scaglie gli andò incontro, li fece salire sul suo enorme collo e
Maya per la prima volta si sentì felice perché era finalmente con
chi le voleva bene e la capiva.
Partirono
in volo e in quattro e quattr’otto si ritrovarono a casa, i
genitori molto preoccupati furono felici di vederli e furono fieri
dei loro figli anche se erano molto arrabbiati, da quel momento in
poi la vita di Maya migliorò e vissero per sempre felici e contenti
insieme al loro fantastico drago Itaresch e le sue scaglie dorate.
Nessun commento:
Posta un commento