giovedì 29 ottobre 2015

Il castello infestato (di Deborah Darò)

C'era una volta in un lontano paese un castello abbandonato.
Un giorno i cittadini del paese organizzarono una gita in questo castello. Fra questi visitatori c'era una famiglia composta da papà, mamma e due bimbi, uno di 10 e uno di 12 anni.


Questa famiglia è stata colpita dalla bellezza di questo castello. Finita la visita al castello, con tutti gli altri tornarono al paese.
Il papà il giorno dopo andò dal sindaco per chiedere se questo castello era in vendita. Allora il sindaco decise di venderlo a questo signore.
La famiglia, dopo aver sistemato il castello, ci si trasferì.
Il castello aveva moltissime camere ma soprattutto al'entrata aveva un grandissimo salone con un enorme tavolo.
La famiglia dopo un po' di giorni inizia a sentire strani rumori, come dei passi durante la notte oppure porte che si aprivano e si chiudevano da sole, oppure quadri con ritratti di persone antiche che sembrava che ridessero.


Dopo un paio di mesi la famiglia era spaventata, allora il padre decise di contattare il sindaco per chiedergli delle spiegazioni. Il sindaco gli disse che tanti anni prima nel castello abitava una famiglia che erano morti per una grave disgrazia. Da quel giorno il castello rimase chiuso per molti anni, perché chiunque lo abitasse veniva spaventato da questi fantasmi, perché non volevano che il loro castello venisse abitato da nessuno.
Allora la famiglia decise di andarsene via dal castello e ritornarono di nuovo ad abitare nella loro casa.



mercoledì 28 ottobre 2015

Chi è? (di Andreea Sarmasan)


Chi è quello spettro che si aggira per il paese?
La risposta nessuno la sa, nemmeno il signore più anziano.

Non era come gli altri fantasmi cattivo o vendicativo, semplicemente era buono  e comprensivo.
Tutti avevano paura, tanto da cercar di ucciderlo, ma non potevano conficcargli un piccone in testa visto che era un fantasma.
Lui non era certo di essere un’anima vagante per Hindyana, il paesino, ma se n’era accorto quando oltrepassò un muro.
Era mio amico e aveva un nome che mi era molto familiare, Arold Hindieina.
Io  a differenza degli altri non ero così fifona. Ogni tanto veniva a casa mia e giocavamo a nascondino e vinceva sempre lui.
Si aggirava per Hindyana come se mancasse qualcosa che colmasse il vuoto all’interno della sua mente.
Per paura di offenderlo non gli ho mai chiesto il motivo di questo smarrimento all’interno della “mini-città”(come la chiamavamo noi), e il motivo per cui era venuto proprio qui è che conosce casa mia come se fosse sua.
C’era anche un’altra cosa che non mi tornava: quando gli ho chiesto quanti anni aveva mi ha risposto 294, eppure ne dimostrava 16.
Oggi ho avuto il coraggio di chiedergli di chiarire tutti i miei dubbi su di lui.
“Arnold ma perché sei venuto proprio in questo paesino?”gli chiesi .
“Non so di preciso ma qui ci abito io o almeno ci abitavo a quanto pare” mi rispose con un tono leggermente garbato.
Ci fu qualche minuto di silenzio assoluto.
Poi incuriosita gli chiesi ancora una cosa: “Ma tu non hai una famiglia, qualcuno o solo un parente?”; lui mi rispose di no.
“Mi ricordo solo una cosa, che stavo comprando un braccialetto per Angela, mia sorella che cerco disperatamente in questo paesino, era il suo compleanno. Lo comprai da una mendicante con 20 soldi, un po’ caro, ma farei di tutto per la mia amatissima sorellina, io e lei avevamo la stessa misura di polso e allora lo provai e all’improvviso mi ritrovai qui in questo mondo simile al mio!”
In quell’istante scoppiò a piangere. 
Io lo calmai e gli risposi:”Quella non era una mendicante, ma una strega pericolosaQQQQ”.
All’improvviso dal cielo alla terra ci fu un forte bagliore rosso fuoco e una voce soave disse qualcosa:”Arnold? Arnold sei tu? Vieni con me ti sentirai meglio”.
La voce soave era di Angela; Arnold la seguì nella luce rossa e stettero insieme PER      SEMPRE!!

lunedì 26 ottobre 2015

Mi chiamo Aylan (di Alessia Raso)

Mi chiamo Aylan, ho 3 anni e vengo dalla Siria. La mia mamma si chiama Rehan, mio fratello invece si chiama Galip e mio padre si chiama Abdullah. Eravamo tutti insieme su un barcone che ci stava portando dalla Turchia, verso la libertà, quando il barcone si è ribaltato e siamo finiti in acqua, l’ultima cosa che ho visto è stato mio padre che cercava di salvarci poi tutto bianco.
Io sono Aylan e sfortunatamente non so nuotare, ma so sognare e quindi sorrido. Ora sono seduto su una spiaggia vestito di bianco e mi sento bene, non ho sofferto. Sul bagnasciuga c’è il mio corpo, noto una donna che gli scatta foto, poi un soldato lo porta via. Mia madre e mio fratello sono in cielo, ma io no, forse sono stato cattivo o forse devo fare qualcosa qui in questo mondo.


In quel momento noto una cosa, un po’ più in là c’è il corpo di mio fratello e anche se so che lui non è lì mi avvicino e gli accarezzo il viso pallido. Ora sento la mancanza del mio papà e quindi andrò a cercarlo. Vago per le strade, ad un certo punto entro in una casa, la TV è accesa e c’è il telegiornale che fa vedere il mio papà che rilascia un’intervista, sembra molto triste. Al momento è in questa città e quindi vado subito da lui; è tutto solo su una panchina fuori dalla stanza mortuaria, quando mi vede  si stropiccia gli occhi, ma quando capisce che io sono veramente lì gli scende una lacrima per la felicità, gli altri non mi vedono, ma lui sì, perché ne ha veramente bisogno. Cerca di abbracciarmi ma naturalmente non ci riesce, non dice una parola, ma mi sorride e questo fa sorridere anche me. A quel punto gli faccio cenno di seguirmi e lui mi si accosta e andiamo insieme in riva al mare; solo a quel punto mi chiede: – Perché mi hai portato qui?
E io gli rispondo sorridendogli – Perché era il nostro sogno attraversare il mare.
Lui a quel punto mi dice – Questo mare si è rivelato una trappola mortale, sarebbe stato meglio se fossi stato io a morire non tu che avevi tutta la vita davanti.


Scuoto la testa – Io sto bene e tra poco andrò in Cielo tra le braccia di Dio, ti seguirò da lassù con la mamma e Galip e poi quando sarai vecchio tu ci raggiungerai.
Papà non sembra ancora convinto e mi chiede: – Ma non sarebbe meglio se io vi raggiungessi adesso?

Io gli faccio segno di no con la testa e gli sorrido poi raccolgo da terra una pietra, un po’ di sabbia e prendo dell’acqua, con essi forgio un ciondolo che si può aprire e ci metto dentro una foto di tutta la famiglia che il mio papà aveva in tasca. Gliela metto al collo; a quel punto gli mando una bacio e vengo avvolto dalla luce, lui intanto mi saluta, non mi sembra triste perché adesso sa che stiamo bene e che tra molti anni ci rivedremo.

domenica 25 ottobre 2015

CRONACHE DELLE VACANZE (di Gianluca Chiale)

Quest'estate, nel mese di Luglio, io e la mia famiglia siamo partiti per la nostra vacanza al lago di Garda. Era tutto l'anno che non vedevo l'ora, di partire per una vacanza così. Quando finalmente siamo partiti, eravamo tutti curiosi e felici; il viaggio è durato circa tre ore e mezza, ma io ero talmente contento e felice, che passò veloce.



Quando finalmente fummo arrivati a Peschiera, siamo andati all'albero Fioravante, ovvero il posto in cui dovevamo alloggiare. Siamo entrati nella sala reception e abbiamo chiesto due camere per quattro notti. Subito dopo, siamo partiti per la nostra avventura, recandoci alle terme "Villa dei cedri".



Era un posto molto bello, ricco di vegetazione, ma soprattutto la cosa più importante era l'acqua delle terme. C'erano due terme: una più piccola e l'altra più grande, e noi siamo andati in quella più grande, ci siamo sistemati in un posto all'ombra, e non abbiamo aspettato neanche un minuto; siamo andati subito nell'acqua!!! Che sorpresa!!! L'acqua era bella calda e la temperatura era di 38- 39 gradi, al centro c'era addirittura una bella fontana, dove uno poteva rinfrescarsi perché lì usciva l'acqua fredda. Ma la cosa che mi è piaciuta di più di quel posto, era una grotta con l'idromassaggio, e diverse fontane. Quell'acqua, oltre a essere calda, aveva effetto terapeutico, cioè faceva bene alle persone con problemi all'apparato scheletrico - muscolare.
Anche se in quei giorni faceva molto caldo, era molto piacevole stare lì, diciamo che come primo giorno, era già un grande inizio. Il giorno successivo finita la colazione, abbiamo deciso insieme, di andare nel parco divertimenti Gardaland. Mi ero subito ripreso dopo il viaggio, visto che eravamo andati alle terme, ma anche perché avevo dormito molto bene. Appena arrivati a Gardaland, pagammo i biglietti per sei, e finalmente potevamo entrare. Vicino alla biglietteria tra l'altro, nel cortile al centro, c'era una grande fontana dove c'era la statua di Prezzemolo, ovvero la mascotte di Gardaland con il numero quaranta, perché esattamente quest'anno aveva compiuto quarant'anni.



Quando siamo finalmente entrati, c'erano giostre dappertutto, non esitammo neanche un minuto, e seguendo la mappa, siamo andati come prima giostra al mammut, ma non sapendo com'era proprio la giostra, non ci piaceva molto, soprattutto a mio fratello più piccolo Marco, era tipo una montagna russa, ma che non andava troppo forte. Poi siamo andati a: Fuga da Atlantide, Jungle Rapids, Magic House, I Corsari, Colorado Boat, Peter Pan, Kaffeetassen, Ortobruco, Era Glaciale, Giostra dei cavalli, Trans Gardaland Express e infine alla monorotaia. Diciamo che mi è piaciuto da matti.
Il terzo giorno siamo andati invece al parco acquatico Cavour, dove anche lì mi sono divertito molto. C'erano giostre anche lì, ma soprattutto c'erano gli scivoli. I principali  due scivoli d'acqua erano l'Iceberg e il Kamikaze. Io e mio fratello più grande Alfredo siamo subito andati su quei due scivoli per circa dieci volte, poi mio papà, vedendo che andavamo tanto, si è lasciato convincere anche lui. E infine anche mia mamma. Siamo stai gli ultimi ad andare via dal parco e quasi quasi sarei restato ancora un po'.


L’ultimo giorno, domenica dopo la messa, siamo andati al lago, che mi è piaciuto molto, anche perché siamo andati sul pedalò.
La mattina seguente, finito di preparare tutti i bagagli, abbiamo salutato le signore dell’hotel e le abbiamo ringraziate di tutto, e siamo partiti. Diciamo che per soli quattro giorni, ce la siamo veramente goduta, infatti è stata veramente una vacanza bellissima.

lunedì 19 ottobre 2015

Aylan (di Gioele Damiano)

 Tutto iniziò quando io, mio padre e mio  fratello dovemmo partire dalla nostra terra natale ( Siria ):se vi state chiedendo perché dovevamo scappare è perché c'era la guerra nel nostro paese! Eravamo ad aspettare per la barca che ci doveva venire a prendere, a me e alla mia famiglia, ritardò un po' ma arrivò.
Avevo passato la notte in bianco, perché c'erano veramente tante persone a bordo. Verso le tre del mattino la barca caricò altri passeggeri, troppi per quella barca, difatti stava quasi per affondare, la barca era troppo piccola per un carico di mille e passa ... persone!


Verso le sei del mattino la nave ebbe disturbi, la gente venne contro di me, io ero proprio sul cancelletto che apriva la barca, si aprì e io caddi in acqua. Prima di affondare pensai:" Sono vicino alla riva potrei arrivarci", ma essendo che avevo solo tre anni e non sapevo nuotare annegai!


Adesso mi trovo in una spiaggia, un poliziotto mi prese un braccio, Io ero contento che c'era qualcuno che mi stava cercando, anzi provai pure a parlare ma niente, non riuscivo, cioè io mi sentivo, lui non sentiva me! Il poliziotto portò me a una certa distanza dalla spiaggia, ma sentii di non dover andare via da lì, è come se ci fosse un campo di forza che non mi voleva far andare via e poi sentii un tiro nel mio stomaco così forte che la mia anima e il mio corpo si staccarono: non capii più niente poi figuriamoci io un bambino di tre anni.
Era circa mezzanotte e non c'era nessuno nella spiaggia solo io, ciò che resta di me, ero qua terrorizzato, ma anche col punto interrogativo nella testa, era veramente bellissimo il cielo di notte, lo guardai così tanto che vidi tre stelle cadenti, poi cercai di addormentarmi ma non riuscii!!!


Il mattino seguente non ero neanche stanco. Vidi una persona famigliare che avevo già visto da qualche parte; poi me ne accorsi: era il mio papà che guardava la spiaggia con le lacrime agli occhi, io corsi provai ad abbracciarlo ma lui non si accorse di niente e se ne andò! Poi vidi una cosa, vidi una tomba con il mio nome vicino alla spiaggia, c'era pure una mia foto e da lì capii che ero morto, ecco perché nessuno mi notava, ora capivo tutto. Provai ad urlare ma nessuno mi sentiva, stavo piangendo ero disperato ma poi in quel momento vidi una grossa grossissima biglia infuocata, incuriosito mi avvicinai e vidi che era mia mamma morta per colpa della guerra: io l'abbracciai e lei se ne accorse e mi disse:" Tranquillo figlio mio sono qui con te".

Mi prese in braccio e mi portò nel cielo, mi trovai nel paradiso, là ebbi subito la felicità, era un posto meraviglioso indescrivibile e io ancor di più perché c'era la mia mamma!

domenica 18 ottobre 2015

Cronaca dalle vacanze (di Serena Sannella)

Racconto un giorno divertente di quest'estate, quando sono andata a Fenestrelle in montagna, con mio nonno e le mie cugine.
Il mattino siamo andati in paese e abbiamo fatto una lunga passeggiata fra le bancarelle e i negozi. Abbiamo pranzato in un ristorante del posto e dopo abbiamo deciso di andare al fiume e poi di fare una gita al forte di Fenestrelle.


Finito il pranzo, ci siamo incamminati verso il fiume, che si trova sotto il campeggio dove alloggia mio nonno. Arrivati al fiume ci siamo tolte le scarpe e abbiamo iniziato a giocare con l'acqua, abbiamo corso, ci siamo fatte le foto e abbiamo preso il sole.
Verso le 4 siamo andati al forte di Fenestrelle; piano piano abbiamo fatto tutti i gradini che portano al forte. Le mie cugine erano davvero stanche, allora ci siamo prese un bel gelato e ci siamo riposate un po' e abbiamo deciso di restare fino alla sera, perché c'erano la fiera del libro e i fuochi d'artificio.
C'erano tantissimi libri e mio nonno ci ha fatto un regalo e ha fatto scegliere a ciascuna di noi un libro.


Stanchi, siamo andati in una pizzeria lì vicino, abbiamo cenato e poi abbiamo guardato i fuochi del forte. E' stato uno spettacolo bellissimo. Verso la mezzanotte ci siamo incamminati verso la via del ritorno.
Eravamo stanchissimi e la via che porta al campeggio era buia e faceva un po' di paura. Abbiamo incominciato a ridere e piano piano siamo arrivati al campeggio, ci siamo fatti una cioccolata calda e abbiamo guardato le foto che avevamo fatto durante questa bellissima giornata.
Ciascuna di noi si è addormentata leggendo il libro che nonno ci ha regalato.


mercoledì 14 ottobre 2015

Cronaca delle vacanze (di Andreea Sarmasan)

Era una bellissima giornata di sole e gli uccellini cinguettavano. Io mi ero appena svegliata. Ero nella mia città natale Cluj-Napoca in Romania; anche se ero in città c'erano lo stesso gli uccellini che cinguettavano.


Ero a casa di mia nonna e appena sveglia mi accolsero con una ricca colazione. Sentivo l'odore dello strudel di mele e del latte caldo col miele. Questa è la tipica colazione rumena che ti dà la carica fino a mezzogiorno.
Erano già le nove quando mi diedero la bellissima notizia che andavamo in campagna a Lujerdiu, dove si trova la casa della mia amatissima bisnonna che ha solo 80 anni.


Mi è sempre piaciuto andare in campagna perché è un mondo tutto da esplorare, a partire dalle piante fino agli animali o insetti. Si imparano molte cose, ma la lezione fondamentale è che bisogna rispettare la natura e quello che ci offre.


Erano le 9,30 e noi dovevamo partire alle 10,30. A parte me, erano venuti anche mio nonno, mia madre e la mia bisnonna. Si fecero le 10,30 e fu l'ora di partire. Eravamo tutti carichi per vivere una nuova e strabiliante avventura!
Il viaggio dura circa 30 minuti, ma per me non sono stati 30 minuti di noia perché mi ero portata il telefono dietro con gli auricolari così potevo ascoltare le mie canzoni preferite e giocare a "Zombie Tsunami".


Visto che c'erano circa 40° mi sono portata dietro il ventaglio se non potevi respirare.
Arrivati a destinazione avevamo tutti fame e allora mia madre cominciò a preparare un semplice pranzetto, ma molto gustoso.
C'era molto lavoro da fare nel "mega-giardino"; al suo interno c'erano pomodori, fagioli, pomodorini, cipolle a volontà e molte, moltissime patate.
Io ho aiutato un po' in tutto, quanto riuscivo, ma sono stata utile. Prima di pranzo ho dato un'occhiata per sapermi organizzare nello svolgere le faccende.


Erano le 12 ed il pranzo era pronto: abbiamo mangiato una deliziosa minestrina e successivamente un'omelette con cipolle, tutti ingredienti naturali presi dal giardino. Dopo aver mangiato e digerito un po' ci siamo rimessi al lavoro: abbiamo iniziato con i pomodori; siamo andati a raccoglierli ed erano tantissimi: abbiamo riempito due cassette e mezza. Poi fu la volta dei pomodorini e anche di quelli ce n'erano molti. Ne ho assaggiati alcuni ed erano succulenti e dolci nello stesso istante. Poi siano andati a raccogliere le cipolle e le abbiamo messe in due cassette differenti a seconda del tipo.


Dopo aver fatto una pausa siamo andati alla raccolta dei fagioli ed è in quel momento che mi sono meravigliata: c'erano così tanti fagioli da nutrire un paese intero. Dopo è toccato alle patate ed è stato il momento in cui ho faticato di più: è molto duro zappare e raccogliere per un'ora e mezza.


Ah sì, mi stavo per dimenticare le carote, non ne abbiamo raccolte molte perché erano grandi. Mi sono messa anche a bagnare tutti i fiori che c'erano e le piantine con l'acqua del pozzo.
Per nostra sfortuna la giornata era già finita e la sensazione della campagna era svanita.


Le serate a V8 (di Aurora Leccese)

Le serate a Viotto le passo con i miei amici: Alex, Luca, Mirko, William, Andreea, Barbara, Patrizia, ecc…
Tutti noi passiamo le serate giocando a nascondino da quando scendiamo fino alle 22:15; poi dopo aver rifiatato giochiamo solo io, William, Alex, Luca e Mirko a Need for Speed che sarebbe un gioco tipo guardie e ladri solo che si gioca con le bici.


Giochiamo così quasi tutte le sere; io posso stare giù fino alle 23:30 però rimaniamo sempre pochissimi fino a quell’’ora, ad esempio: io, William, Ivana, Marianna, Martina e Debora certe volte… Passiamo il tempo guardandoci i video di Matt e Bise, due Youtubers, cioè due ragazzi che fanno video su Youtube; quando invece c'è più gente andiamo al Royal Bar che Gianluca sempre gentilissimo ci offre da bere.
Finita la serata accompagno Ivana a casa perché abita vicino a me quindi non mi dispiace accompagnarla; dopo averla accompagnata vado a casa.

E' cosi che passiamo le serate a Viotto.

martedì 13 ottobre 2015

Cronaca delle vacanze (di Marta Cappa)

Quest'anno in vacanza sono andata in Salento in Puglia. Sono andata con i miei genitori e amici. Abbiamo alloggiato in un villaggio-residence: La Brunese, nella città di Torre dell'Orso.


Il mio giorno preferito è stato quando siamo andati a Sant'Isidoro, il mare più bello secondo me. Per andare a Sant'Isidoro siamo partiti verso le 8 del mattino e siamo arrivati verso le 9. Arrivati, abbiamo preso i teli, palette e secchielli e ci siamo diretti verso la spiaggia che si apriva ad arco sul mare con un'isoletta. Sulla riva la spiaggia era sabbiosa e allontanandosi dal mare diventava rocciosa. Il mare era basso e cristallino, più andavi al largo più l'acqua diventava opaca in certi punti per via delle correnti d'acqua calda e fredda.


Con mio papà ho passato il mattino a guardare i pesci vicino a un'isoletta. Camminando oltre la spiaggia tra le rocce abbiamo scoperto una piscina naturale, in cui ci si poteva tuffare.
Arrivata l'ora di pranzo ci siamo accampati tra gli ulivi: abbiamo mangiato panini e dopo ci siamo rilassati dormendo un po'. Verso le 15 ci siamo svegliati e siamo andati alla piscina naturale: è stato bellissimo il primo tuffo, soltanto che ogni volta che toccavo l'acqua mi veniva freddo e quando risalivo dall'acqua andavo subito verso il bordo per uscire. Dopo tantissimi tuffi siamo ritornati in spiaggia.
Era quasi l'ora di tornare a casa ma prima abbiamo visto il tramonto! E' stato bellissimo e vorrei ritornarci!

sabato 10 ottobre 2015

Cronaca delle vacanze (di Davide Peretti)

Quest’ anno come tutti gli anni sono andato con la mia famiglia qualche giorno a trovare dei nostri amici margari in montagna a Extrepieraz (vicino a Brusson), dove vivono d’estate con le loro mucche valdostane mentre in inverno le portano giù a Torrazza Piemonte.


Il primo giorno i nostri amici ci hanno portato a visitare l’Agriturismo ”La Tchavana” dopo Champoluc; molto bello, una bellissima stalla di legno con vicino un piccolo caseificio e un negozietto  dove vendono i loro prodotti; con un laghetto con dentro tantissime carpe.
All’ora di pranzo ci hanno fatto accomodare dentro per mangiare i loro piatti tipici valdostani….abbiamo iniziato ad assaggiare  degli affettati, tomini e la ricotta dopo di che ci hanno portato due tipi di polenta normale e integrale  con spezzatino e per finire un tagliere di formaggi di tutti i tipi: di mucca, di capra e di pecora.
Finito di pranzare siamo usciti e visto che era ancora presto ci siamo incamminati più su fino ad arrivare ad una chiesetta spersa tra le montagne….stupenda.
Arrivata la sera siamo scesi a valle, una doccia veloce e siamo partiti per Saint Vincent a vedere la gara delle Reines. Uno spettacolo bellissimo…..



Finita la serata stanchi siamo andati a dormire col pensiero che alle sei suonava la sveglia perché dovevo andare ad aiutare il mio amico Marco a cambiare il recinto alle mucche e a vedere se non ne erano scappate alcune.
Il  giorno dopo abbiamo organizzato una costinata a 2000 mt vicino alle mucche, ma mentre pranzavamo ci siamo accorti che le mucche avevano rotto il filo ed erano scese quindi siamo andati in fretta e furia a riacciuffarle e riportarle nel recinto, con Marco e mio papà e i cani e le abbiamo fatte rientrare; dopo questa corsa e aver rimesso tutti i fili a posto ci siamo accorti che i cani si erano mangiati le costine rimaste ma in fondo ci hanno aiutato a riprendere le mucche e quindi se le sono meritate, noi ci siamo accontentati di tome e salsiccia.

Alle sera quando siamo tornati a casa ero stanchissimo  e mi sono subito buttato sul letto per tutto quel lavoro e sognai la mie montagne preferite.