Non pensavo che fossero così complicate le macchine, così
intelligenti. Era il 2025 (ora è il 2036); a quel tempo nessuno aveva ancora un
proprio robot in casa, fino a quando, un giorno venne lanciato sul mercato un
robot chiamato UDI (Unità Digitale Intelligente). Tutti erano emozionati
soprattutto per il prezzo bassissimo a cui si vendeva. Ne acquistai uno
anch’io.
Inizialmente sembrava funzionare perfettamente, finché un giorno le
persone cominciarono a lamentarsi con le fabbriche perché le macchine sembravano
ribellarsi alle richieste dell’uomo. Per un periodo il mio robot era ubbidiente
e cordiale, finché un giorno tornai a casa e sentii la mia cagnolina guaire,
allora corsi seguendo quel verso fiacco e soffocato e arrivai sul balcone che
dava sulla strada. Il mio robot teneva il cane per la collottola mentre lo
sporgeva al di fuori della ringhiera. Gli ordinai di metterlo a terra ma lui mi
disse che non poteva. Io lo guardai e notai che aveva una specie di chip sul
collo. Mi avvicinai e provai a toglierglielo ma non c’era verso di staccarlo da
lì. Poi ad un certo punto il robot portò il cane in casa e lo scaraventò contro
il muro, mi guardò e uscì. Io corsi verso la cagnolina che era sdraiata a
terra, la presi in braccio e la coccolai un po’ poi mi venne in mente una cosa:
prima che il robot se ne andasse c’era stato un suono assordante al quale la
macchina sembrò rispondere, come se un’unità superiore lo controllasse.
Poggiai il cane sul divano e uscii a cercare UDI: tutti i robot
andavano nella stessa direzione allora li seguii fino ad una casa. Entrarono lì
e dopo un po’ uscirono tutti come se nulla fosse.
Entrai subito dopo. Analizzai il luogo: lì c’era un omino dietro un
computer che smanettava con i tasti. Era una stanza buia, l’unica illuminazione
era la luce che usciva dal monitor del computer. Ogni tanto si sentiva un “bip”
assordante. Allora capii tutto: quell’uomo controllava i robot tramite i chip
sul collo. Tutti dicevano che i robot erano arroganti, maleducati e
irrispettosi, ma l’unico essere spregevole e arrogante, era l’uomo.
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