venerdì 17 febbraio 2017

Driinnn (di Daniele Casetta)

Driinnn… la campanella è suonata… tutti fuori a giocare… tutti tranne Marco Pirotti. Era un tipetto basso, magro, isolato dal mondo intero, e l’unica cosa che faceva era giocare a minecraft al computer, e sempre allo stesso computer. Aveva voti bassi ed era un po’ lo sfigato della situazione, difatti lo deridevano tutti; io invece ero l’unico che stava un po’ con lui… o per lo meno a degnarlo di qualche discorso.

Tutto cambiò nel giro di pochi giorni. Notai che oltre a passare tutti gli intervalli attaccato al computer aveva incominciato a rimanerci anche più tempo, pur sapendo che i professori poi lo avrebbero sgridato. Incuriosito da questo strano atteggiamento decisi di seguirlo e spiarlo. Quando entrai nell’aula computer non credetti ai miei occhi… Marco era collegato al computer tramite un cavo, non riusciva a muoversi e guardava fisso lo schermo senza batter ciglio.


In quell’istante Marco si girò e mi guardava fisso nello stesso modo in cui guardava il computer, con disinvoltura staccò il cavo collegato a lui e uscì dalla stanza senza salutarmi.

Mi misi a ispezionare il computer “maligno” , ma si leggeva solo “ERRORE DURANTE IL FUNZIONAMENTO” e non si sbloccava. Per tre notti non riuscii a dormire e continuavo a pensare a cosa era successo. Marco era diventato sia nei movimenti che nei pensieri un robot come si intuiva dal fatto che era diventato uno studente modello.

Decisi di raccontarlo ai miei compagni che inizialmente non mi credettero ma che pian piano incominciarono a farsi qualche idea. Bon, il giorno era deciso ci organizzammo spegnendo prima la corrente della scuola, poi spegnendo la linea per internet e infine buttando giù il computer dalla finestra facendo credere che era stato un ladro.

Nel preciso istante che il computer si ruppe si sentì come una botta di qualche forza sconosciuta. Scappammo via a gambe levate e tornammo in classe.
È da quel giorno che Marco diventò amico di tutti noi; ridendo scherzando, era diventato finalmente una persona normale anche se gli rimase come una cicatrice l’odio per la tecnologia.

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