lunedì 6 febbraio 2017

Pietra della speranza (di Davide Pipino)

Quel giorno mi svegliai presto, verso le sette e mezza, che è l’orario giusto, ma ero abituato a svegliarmi dopo e arrivare tardi a scuola.
Mia mamma era addirittura sorpresa e, con sarcasmo, mi chiese se dovevo andare da qualche parte e mi servì la colazione, io risi ma il bello era che aveva ragione; la notte scorsa avevo visto una luce provenire dal bosco e non potevo resistere, dovevo capire cos'era.
Mi sono subito diretto verso il cuore della foresta, io lo conosco bene questo bosco, mio padre mi ci portava sempre quando volevamo vedere le stelle. Mio padre era un astronomo, almeno, lui si reputava un viaggiatore delle stelle però non importa. Ho visto un piccolo cratere e al centro c’era una strana roccia, era trasparente, sembrava vetro, ma non lo era; la toccai, scottava, il che era comprensibile visto che credevo fosse precipitato dallo spazio, allora, visto che ero in ritardo, la misi nella cartella e corsi a scuola. Durante la lezione non riuscivo a stare attento, pensavo a che cosa potesse essere quella pietra. Perciò non vedevo l’ora di tornare a casa e farci degli esperimenti.


Tornato a casa provai a lanciarlo e vidi che con il vento si lasciava trasportare via e quindi era più leggero di quanto sembrasse, dunque arrivai alla conclusione che era un pezzo di un’astronave, beh, era una conclusione affrettata, però aveva il suo perché; ma perché questo oggetto è caduto? Perché in Texas, a Greensites? Ovviamente di questo oggetto non ne parlai con nessuno.
Non sapendo cosa fosse mi venne l’idea di andare in biblioteca e cercare nei libri la risposta, è vero non mi piace leggere, ma per la curiosità si fa questo ed altro. Cercai dappertutto ma niente.
Mentre tornavo a casa ci fu una grande esplosione, erano gli alieni con un’astronave, io corsi subito a casa e con mia madre ci rifugiammo nel bosco e li vedemmo arrivare con l’astronave. In un secondo distrussero tutta Greensites.


Ci scovarono dopo una settimana e ci portarono a New York, per lo smistamento. Era incredibile: in una settimana avevano schiavizzato l’America. Erano orribili, avevano quattro occhi, tre teste ed erano viola. Erano evolutissimi, usavano le macchine volanti e avevano i telefoni che erano ologrammi.


Noi fummo smistati nel settore dei minerali: lavoravamo ogni giorno, per compiacere quei mostri ovvero prosciugare il nostro pianeta e poi distruggerlo. Addirittura non ci fecero neanche festeggiare il capodanno 2020. Ma noi non ci facciamo dominare e vogliamo combattere per la libertà.

Ora ho venticinque anni, domani proveremo a colpire la base degli alieni, sto per partire, scrivo questa lettera perché se dovessimo vincere voglio fare ricordare questo periodo e come prova lascio la pietra trasparente che alla fine scoprii essere una pietra che gli alieni chiamavano pietra della speranza.

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