Molti italiani decidevano di partire verso l'America perché speravano in
una vita e in un futuro, anche per le generazioni successive, migliore. Per
partire bisognava aver messo da parte qualche risparmio perché bisognava
possedere un passaporto. Quando i cittadini andavano a fare il passaporto si
sentivano, per la prima volta, veri cittadini italiani di fronte allo stato.
Partivano soprattutto i contadini perché volevano scappare dalla povertà.
Queste emigrazioni avvenivano soprattutto nel sud Italia.
Il viaggio avveniva in condizioni pessime, durava circa due settimane e
c'era il rischio di incontrare una tempesta. Quando c'erano le tempeste la nave
veniva scossa violentemente e quindi i bambini, in prevalenza ma non solo,
venivano schiacciati e per loro il viaggio finiva lì. Durante la notte uomini e
donne erano divisi, invece durante la giornata stavano tutti insieme.
All'arrivo dell'ora dello sbarco le persone si ammucchiavano. Non
sbarcavano a New York, ma sbarcavano su Ellis Island dove avvenivano dei
controlli fisici e psicologici. Non passavano gli anziani e gli analfabeti
perché gli americani non volevano che il loro stato diventasse uno stato di stupidi.
Le persone che non venivano accettate tornavano indietro.
Molte ragazze partivano per sposare un ricco americano che però non
avevano mai visto, infatti molte donne rimanevano deluse.
Finalmente arrivavano a New York, lì i quartieri erano divisi per regioni
perché così facendo le persone riuscivano a capirsi essendo che parlavano tutti
un dialetto che cambiava per ogni paese. Vivevano in case vecchie e mal
ridotte, ma soprattutto mancava l'igiene. Gli italiani erano abituati a vivere
con gli animali in casa e portarono questa usanza in America. Gli americani
vedendo questo fatto li soprannominarono "selvaggi".
In America iniziano a lavorare, per la prima volta, le donne. Il primo
lavoro che facevano era produrre fiocchi di carta come centro tavola, in seguito
iniziarono a lavorare in fabbrica nel settore della tessitura, i proprietari le
chiudevano dentro per assicurarsi che non facessero pause. Un giorno, però,
scoppiò un incendio ed essendo che non avevano via d'uscita queste povere donne
non riuscirono a sopravvivere, questo fatto si ricorda ancora oggi con la festa
delle donne.
Gli uomini invece lavoravano quasi come schiavi. I lavori che facevano
erano molto pericolosi, per esempio lavoravano nelle miniere, costruivano
grattacieli e ferrovie oppure strade e metropolitane. Gli italiani lavoravano
senza alcuna misura di sicurezza e quindi un'alta percentuale di persone moriva
per incidenti di lavoro. Le persone che erano partite da sole e avevano
lasciato il resto della famiglia in Italia, mentre erano in America mandavano
delle rimesse alle famiglie. Le rimesse erano soldi che mandavano dall'America
all'Italia per mantenere la propria famiglia anche a distanza.
Appena arrivati gli italiani avevano paura di mandare i propri figli a
scuola perché c'era il timore di perdere il proprio dialetto. A scuola
bisognava studiare l'inglese, ma gli italiani mischiarono l'italiano con
l'americano e così nacque il dialetto italo-americano. Nasce in America la Mano
Nera che era una mafia di italiani ricchi che rubava le poche ricchezze che
avevano gli italiani poveri. Gli italiani erano discriminati dagli americani
per due motivi: uno era che si diceva che gli italiani giravano sempre con un
coltello in tasca, l'altra era che vivevano con gli animali. Alcuni italiani però
decidevano poi di ritornare in Italia e questi erano più della metà di quelli
che erano partiti.
Riguardo a questo argomento abbiamo visto un film "Nuovomondo",
questo film parla del viaggio e dei problemi che le persone dovevano affrontare
prima di arrivare a New York. Nello specifico questo film parla di una famiglia
che parte per l'America. Racconta che questa famiglia lascia tutto e parte, ma
arrivata ad Ellis Island non tutti i componenti della famiglia riescono a
superare i test.
Adesso ci lamentiamo che arrivano tanti emigrati nel nostro continente,
però studiando questo argomento possiamo capire che magari anche gli americani
non erano contenti di riceverci, però ci hanno accolti e quindi anche noi
dobbiamo fare lo stesso.
Cinzia Amparore
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