martedì 24 gennaio 2017

L'emigrazione italiana (di Cinzia Amparore)

Molti italiani decidevano di partire verso l'America perché speravano in una vita e in un futuro, anche per le generazioni successive, migliore. Per partire bisognava aver messo da parte qualche risparmio perché bisognava possedere un passaporto. Quando i cittadini andavano a fare il passaporto si sentivano, per la prima volta, veri cittadini italiani di fronte allo stato. Partivano soprattutto i contadini perché volevano scappare dalla povertà. Queste emigrazioni avvenivano soprattutto nel sud Italia.


Il viaggio avveniva in condizioni pessime, durava circa due settimane e c'era il rischio di incontrare una tempesta. Quando c'erano le tempeste la nave veniva scossa violentemente e quindi i bambini, in prevalenza ma non solo, venivano schiacciati e per loro il viaggio finiva lì. Durante la notte uomini e donne erano divisi, invece durante la giornata stavano tutti insieme.
All'arrivo dell'ora dello sbarco le persone si ammucchiavano. Non sbarcavano a New York, ma sbarcavano su Ellis Island dove avvenivano dei controlli fisici e psicologici. Non passavano gli anziani e gli analfabeti perché gli americani non volevano che il loro stato diventasse uno stato di stupidi. Le persone che non venivano accettate tornavano indietro.


Molte ragazze partivano per sposare un ricco americano che però non avevano mai visto, infatti molte donne rimanevano deluse.
Finalmente arrivavano a New York, lì i quartieri erano divisi per regioni perché così facendo le persone riuscivano a capirsi essendo che parlavano tutti un dialetto che cambiava per ogni paese. Vivevano in case vecchie e mal ridotte, ma soprattutto mancava l'igiene. Gli italiani erano abituati a vivere con gli animali in casa e portarono questa usanza in America. Gli americani vedendo questo fatto li soprannominarono "selvaggi".


In America iniziano a lavorare, per la prima volta, le donne. Il primo lavoro che facevano era produrre fiocchi di carta come centro tavola, in seguito iniziarono a lavorare in fabbrica nel settore della tessitura, i proprietari le chiudevano dentro per assicurarsi che non facessero pause. Un giorno, però, scoppiò un incendio ed essendo che non avevano via d'uscita queste povere donne non riuscirono a sopravvivere, questo fatto si ricorda ancora oggi con la festa delle donne.



Gli uomini invece lavoravano quasi come schiavi. I lavori che facevano erano molto pericolosi, per esempio lavoravano nelle miniere, costruivano grattacieli e ferrovie oppure strade e metropolitane. Gli italiani lavoravano senza alcuna misura di sicurezza e quindi un'alta percentuale di persone moriva per incidenti di lavoro. Le persone che erano partite da sole e avevano lasciato il resto della famiglia in Italia, mentre erano in America mandavano delle rimesse alle famiglie. Le rimesse erano soldi che mandavano dall'America all'Italia per mantenere la propria famiglia anche a distanza.
Appena arrivati gli italiani avevano paura di mandare i propri figli a scuola perché c'era il timore di perdere il proprio dialetto. A scuola bisognava studiare l'inglese, ma gli italiani mischiarono l'italiano con l'americano e così nacque il dialetto italo-americano. Nasce in America la Mano Nera che era una mafia di italiani ricchi che rubava le poche ricchezze che avevano gli italiani poveri. Gli italiani erano discriminati dagli americani per due motivi: uno era che si diceva che gli italiani giravano sempre con un coltello in tasca, l'altra era che vivevano con gli animali. Alcuni italiani però decidevano poi di ritornare in Italia e questi erano più della metà di quelli che erano partiti.


Riguardo a questo argomento abbiamo visto un film "Nuovomondo", questo film parla del viaggio e dei problemi che le persone dovevano affrontare prima di arrivare a New York. Nello specifico questo film parla di una famiglia che parte per l'America. Racconta che questa famiglia lascia tutto e parte, ma arrivata ad Ellis Island non tutti i componenti della famiglia riescono a superare i test.
Adesso ci lamentiamo che arrivano tanti emigrati nel nostro continente, però studiando questo argomento possiamo capire che magari anche gli americani non erano contenti di riceverci, però ci hanno accolti e quindi anche noi dobbiamo fare lo stesso.

Cinzia Amparore  

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