domenica 1 maggio 2016

Libertà (testo cooperativo della 2^A)

Quest’anno abbiamo ascoltato delle canzoni eseguite da prof. Ungaro e una di queste è “La libertà” di Giorgio Gaber.


Questa canzone ha un testo complesso, che parla di due concezioni diverse della libertà, due concezioni che Gaber non condivide; mentre insiste nel ritornello su una concezione che esprime il suo sentimento della libertà.
Il primo concetto di libertà esprime la libertà naturale per cui si può vivere nella natura selvaggia senza obblighi sociali.


Questo concetto di libertà è stato ben espresso dalla canzone “La guerra di Piero” di Fabrizio De André. Piero vorrebbe pescare i lucci argentati nel fiume e non veder passare i cadaveri dei soldati trasportati dalla corrente. Questo giovane è stato costretto a andare in guerra e quando si è trovato un nemico davanti ha esitato a sparargli perché gli sembrava un uomo come lui; ma il nemico non gli ha ricambiato la cortesia…


La seconda canzone di De André che abbiamo ascoltato è “Geordie”. Racconta la storia di un ragazzo che viveva di caccia e che rubò 6 cervi nel parco del re. Secondo una legge antica doveva essere impiccato come bracconiere e nonostante le suppliche della sua fidanzata e un po’ di compassione da parte del re, l’unico privilegio che potevano concedergli era di essere impiccato con una corda d’oro.


Una storia molto toccante è narrata nella “Canzone di Marinella”, per cui la libertà della giovane sta nei suoi sogni d’amore e non nella sua vita da prostituta. La giovane “schiava” ottiene la libertà solo con la morte.


In seguito abbiamo visto il film “Into the wild”, in cui un giovane rifiuta le costrizioni della società, della famiglia e qualsiasi altro legame per avventurarsi solitario nelle foreste dell’Alaska. Durante il viaggio fa dei lavoretti per mantenersi, incontra un gruppo di hippies e con loro sta un po’ di tempo. Qui incontra una ragazza che si innamora di lui ma lui rifiuta pure questo legame. Alla fine riesce ad arrivare in Alaska, ma muore perché viene “tradito” dalla vita selvaggia in cui credeva: muore completamente solo per aver ingerito erbe velenose.


Nella seconda parte della sua canzone Gaber parla di un altro concetto di libertà che lui non condivide: dice che la libertà non è neanche la democrazia se essa non significa partecipazione. Per lui la democrazia non è una vera forma di libertà, è solo il potere di pochi eletti esercitato sul popolo degli elettori: l’uomo dovrebbe voler far parte della società e non votare solo così per fare.
L’uomo è un animale sociale che per sua natura vive in una società di cui bisogna condividere gli ideali e le regole se si vuole veramente farne parte, altrimenti si rischia di sentirsene prigionieri. Ci vuole partecipazione, come dice Gaber, e senso di appartenenza.
D’altra parte non bisogna pensare che la diversità sia un male, anzi: la diversità non impedisce la partecipazione e valorizza l’insieme della società.
Il problema del senso di appartenenza nazionale c’è sempre stato in Italia. Per secoli l’Italia non è stata unita e spesso è stata conquistata da dominatori stranieri. Per cui quando nacque l’Italia, solo nel 1861 grazie alla spedizione dei Mille di Garibaldi, il primo problema fu che molti italiani non si sentivano appartenenti a questa nazione. Il ministro D’Azeglio pare dicesse: “Abbiamo fatto l’Italia, ma non gli italiani”.
La gente del Sud ha spesso interpretato il Risorgimento come una conquista e si è ribellata all’arrivo dei “piemontesi” e all’unità d’Italia.
La rivolta contro il nuovo stato ha alimentato il fenomeno del brigantaggio. Il prof. Ungaro ha eseguito e illustrato una antica canzone in dialetto calabrese che parla della sfida di un brigante contro l’autorità dei Borboni di Napoli. I briganti del Sud non erano solo dei delinquenti, ma spesso dei ribelli.


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