Sento il fischio delle marmotte,
lo sbattere dei campanacci e l’odore di pino, sono di nuovo qui sulle mie care
vecchie montagne, le conosco bene e loro conoscono ancora meglio me che le
attraverso fin da quando avevo pochi mesi e soprattutto conoscono bene la mia
famiglia. Sono novant’anni che portiamo su per questa valle le nostre mucche,
qui l’aria è pulita e fresca e io mi sento a casa.
Abbiamo una casa attaccata alla
montagna, certo non è bellissima ma per me è come una reggia. Adoro la cucina
dove io e mia nonna prepariamo gli gnocchi che sono unici e inimitabili. C’è
una stufa a legna dove mettiamo a cuocere i pasti; spesso facciamo anche la
polenta con lo spezzatino. Una volta all’anno vengono dei nostri amici e
prepariamo tante ottime pietanze, tra cui costine e gofri.
L’acqua scorre limpida e gelida
ma è molto invitante e così spesso andiamo a bagnarci i piedi nel fiume; certo
è gelata ma ci divertiamo un mondo lo stesso.
La valle è attraversata dal
Chisone e ogni tanto andiamo alle sorgenti, ci mettiamo più o meno due ore ma
ne vale sempre la pena, lì c’è ancora la neve ed è pieno di stambecchi che
quasi sempre girano in branco.
Appena sopra l’alpeggio ci sono
una croce e una madonnina di roccia. Spesso andiamo lì con nostro nonno e ci
portiamo la merenda: pane e toma; i cani molto entusiasti ci accompagnano
sempre. Da quel luogo vedo tutta la valle e anche più in là; vedo il fiume
contorcersi fino alla pianura e oltre. Col binocolo vedo animali di tutte le
specie: marmotte, stambecchi, caprioli, aquile e così via…
Un evento che tutte le volte mi
commuove è la nascita di un vitellino e pensare che è molto fortunato a nascere
in un luogo così bello. Questa valle si chiama Val Troncea e per me è una
seconda casa che mi accoglierà sempre. Ogni volta che devo lasciare queste
montagne soffro tanto ma so che saranno qui ad aspettarmi anche l’anno
prossimo.
ALESSIA RASO 2^A
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