venerdì 26 febbraio 2016

Ebbe tutto inizio quel giorno (racconto giallo di Gianluca Chiale)

Era una giornata piovosa, quando mio padre era disteso sul divano con le mani incrociate, come una mummia.
Io avevo circa dodici anni, e in quell'anno mia sorella faceva
danza classica e mio fratello praticava il football americano,
ma la cosa più grave era che mia mamma mi rimproverava sempre per come mi comportavo a scuola e per i miei brutti voti, infatti mia mamma la dovevano sempre chiamare per una specie di colloquio, e i docenti dicevano sempre:”Signora, Jake non vuole stare mai con gli altri, e si comporta sempre in un modo strano.” Così mia mamma, ritornando a casa infuriata nera, mi picchiava finché non le si stancavano le mani, e io mi chiudevo sempre in camera mia a piangere come un frignone.
Quello, ero io, un ragazzo come tutti gli altri che frequentava un college in America negli Stati Uniti, soltanto con qualche difficoltà in più degli altri.


Passarono anni, fino al giorno che io, un ragazzo ventottenne, ebbi già la responsabilità di avere una casa e una famiglia tutta per me, anche se i miei genitori non erano ancora abbastanza d'accordo su questo, ma io ebbi la fortuna di convincerli, così con un po' di soldi, nel giorno 24 del mese di Luglio partii per una crociera. Ero tutto disorientato perché c'erano navi da una parte all'altra, ma quando finalmente capii qual era la mia, salii a bordo e entrai nella mia cabina.
Era una camera per una persona: con un letto, un bagno, uno sgabuzzino e uno specchio, era la camera 7465.
Erano le 20:00, quando andai al ristorante tutto lavato e pulito, mi accomodai su una sedia elegante, ordinai il mio piatto e quando ebbi finalmente finito di mangiare tutto, sistemai la sedia sotto il tavolo e, proprio in quel momento vidi passare proprio davanti a me, una ragazza bella, alta e snella, che poteva avere circa la mia età, che appena mi vide, s'innamorò subito.
Il giorno dopo, andai a fare colazione al buffet, dove anche lì la incontrai.
Io ero seduto esattamente davanti a lei, ma la differenza era che io ero seduto in un tavolo e lei in un altro, mi bastava avvicinarmi soltanto di qualche passo e, ero lì.
Passai tutto il pomeriggio da solo, e mi sentivo triste, così pensai di poter andare da lei, ma il mio istinto fu interrotto da un tocco alla porta, qualcuno stava bussando.
Aprii e, mi trovai davanti una ragazza alta, snella e bella, era lei.
Subito mi chiese:” Lei è il signor Jake Warton?” E io, non sapendo neanche cosa dire :”Eh... sì!”; e lei mi disse :”Invece, io sono Anna Star, ti ricordi di me?” E io :”Sì, ma certo!!!Andavamo in classe insieme, al college!!, Non è così?”.
Ci parlammo un po' come al college, come due amici, ma quella volta lì non era la stessa cosa, perché quella volta sembravamo tutti
e due, come veri innamorati. Dopo una settimana, decidemmo subito di sposarci, potevo definirlo un amore a prima vista.
Io ero vestito con una giacca nera di pelle e con il papillon e lei con un lungo vestito bianco.
Eravamo solo io, lei, il prete e la gente che si stupiva di questo matrimonio in nave, non l'avevo neanche comunicato alla mia famiglia e ai miei parenti, ma a me non importava.


Passarono cinque giorni dal matrimonio, e io mi sentivo sempre più male e con la nausea, ma la cosa più strana è che ogni notte, è come se mi trasformassi in un' altra persona; non mi rendevo neanche conto di quello che facevo. era una cosa che mi veniva abitualmente, fin da quando ero piccolo, ma che poi dopo un po' di anni quel lato di me scomparve; e perché ritornai così, proprio dopo essermi sposato?. Se ne accorse anche mia moglie, infatti ogni volta lo capiva che non dormivo con lei, e mi continuava a chiedere sempre: ”Perché non vuoi mai dormire con me?”
E aggiungeva sempre :”Non ti piace la camera, solo perché preferivi
l'altra, che aveva il letto solo per uno eh?” Io non sapevo neanche
cosa mi stesse dicendo, così :”Ma no amore, io vorrei dormire con te, ma soltanto che non posso.”
Un giorno di questi, nella notte del 24 Agosto, esattamente un mese dopo la mia partenza, alle ore 24:00 il mio corpo venne alzato dal letto, aprii la porta della stanza e, il mio lato oscuro si svegliò.
Mi ricordo che in quella notte, avevo pure una pistola in tasca, e che da quel giorno avrei tradito mia moglie, facendo finta che tutto questo rapporto fra noi due, sarebbe stato tutto vero, ma che invece era una farsa.
Di notte erano accese le telecamere, quindi tutte le guardie, che avevano il turno di notte, potevano vedere che avevo una pistola e quello che avevo intenzione di fare, e potevano dirlo al comandante ma a me questo non importava un fico secco.
Ad un certo punto, vidi tutte le guardie e la persona che non mi aspettai proprio di vedere, mia moglie; perché era proprio lì ? Ma certo, perché lei lo sapeva già che cosa avevo intenzione di fare, così l'aveva detto alle guardie e con il loro aiuto mi avevano preso. Ricordo solo che mi avevano bendato gli occhi, e rispedito dritto negli Stati Uniti, a farmi ricoverare in uno degli ospedali più vicini; e che la mia famiglia e mia moglie, non li avrei mai più visti, fino a quando mi avrebbero curato bene.


Questa è la mia storia e questo sono io, Jake Warton.





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