sabato 28 novembre 2015
lunedì 23 novembre 2015
The Black Forest (racconto a puntate di Alessandra Battello). Seconda puntata
CAPITOLO 2
LE CONSEGUENZE
La notte io e i miei amici sceglievamo
chi faceva da guardia fino a mezzanotte e poi si dava il cambio. Toccò a me ma
io ero terrorizzata.
Chissà cosa mi aspettava là fuori …
I miei pensieri vennero interrotti da un
rumore improvviso.
Rimasi paralizzata, il mio volto diventò
bianco come la neve, poi tutto buio.
Quando mi risvegliai era tarda mattina e
Marta era vicino a me spaventata dal fatto che dopo il botto io ero svenuta e
mi era salita la febbre.
Dissi –“ Sto bene Marta, non devi
preoccuparti …”
Mi alzai e sentii un forte dolore sul
collo, era un graffio, lo stesso graffio sul collo di mio padre il giorno della
sua morte dieci anni prima. Non capivo cosa mi avesse fatto quel segno ma
soprattutto mi chiedevo: “Perché a me ?”.
Dopo quel fatto decidemmo di non far fare a nessuno la
guardia notturna e di unire le tende tutte assieme in modo da restare più
uniti. Qualche notte dopo Ilaria Raccoforte, la diva della classe, diceva di
sentire rumori sospetti provenire da fuori. Allora tutti assieme andammo a dare
un’occhiata ma … dopo qualche istante sentimmo l’urlo di Ilaria provenire da
dietro. Ci fu un altro omicidio. Spaventati ci abbracciammo e entrammo in
tenda. La mattina dopo prendemmo delle pale e iniziammo a scavare una buca per
sotterrare la nostra amica. Terminato il lavoro ci inoltrammo nella foresta per
cercare da mangiare e della legna per il fuoco ma …
Cosa pensiamo della pace (Andreea Sarmasan)
Ciao, io sono Andreea e per questo
concorso ho voluto far finta di essere una giornalista, ma non una giornalista
che va in giro a scoprire nuovi gossip, ma una che vuole sapere le opinioni
degli altri riguardo la pace e la guerra. Ho chiesto ad amici e familiari, ho
ottenuto risposte che mi hanno colpita per la loro vasta immaginazione. Noi siamo la futura
generazione e saremo noi a cambiare il mondo per questo motivo mi sono
interessata alla pace.
Una risposta molto strana l’ho ottenuta da
una mia cara vecchia amica; io le ho chiesto:”Cosa
ne pensi della pace?”e lei con certezza e convinzione mi ha detto:”Allora, per
me la pace è: essere tutti uguali, essere in armonia e non fare distinzioni fra
la gente cioè fra ricchi e poveri, magri e robusti, di colore o bianchi. Per me
è questa la vera pace!” Poi le ho ancora chiesto una cosa:”Cosa faresti per
fermare la guerra?”e lei mi rispose:”Darei rifugio ai profughi e li nasconderei
in un luogo introvabile così i soldati si arrenderanno e le guerre finiranno se
non ci sono persone da ammazzare.” Mi è piaciuta molto come risposta. La mia
migliore amica è stata un po’ più sbrigativa,ma alla fine le risposte che mi aveva
dato erano semplici, ma l’importante è che venivano dal cuore. Alla prima
domanda mi ha risposto che la pace è amore e gioia senza differenze sociali e
alla seconda ha detto che ucciderebbe tutte le persone che fanno la guerra in
modo che scontassero le pene che hanno fatto soffrire agli altri poveretti
costretti a nascondersi e a rischiare la morte anche se erano innocenti.
Queste sono le due risposte che mi sono
piaciute di più, ma anche io ho il diritto di dire la mia opinione infatti io
alla prima domanda rispondo così:”La pace è qualcosa che senti dentro, che fa
parte dell’uguaglianza, dell’amore, della gioia e io con le persone che
prendono in giro altra gente per la carnagione mi arrabbio tantissimo perché
non si devono permettere visto che loro sono come noi”; invece alla seconda
rispondo così:”Brucerei ogni arma e ogni soldato mandandoli all’INFERNO, darei
un rifugio ai profughi e costringerei i soldati e quelli che fanno razzie a
fare gli schiavi per i profughi.” Questa è la mia opinione e quelle delle mie
amiche e se fosse per noi uniremmo le tre idee insieme e sconfiggeremmo il
male.
Andreea Sarmasan Daniela.
domenica 22 novembre 2015
Condividere la pace (Alessia Raso)
Ci sono due modi
pratici per condividere la pace che però hanno entrambi un solo fine, la
felicità.
Uno di questi è andare
in paesi poveri dove ci sono la guerra, le carestie e tanti morti, ma mi rendo
conto che non è una cosa facile vivere lontano da casa, in luoghi difficili, sapendo
che magari non tornerai a casa e che se ci tornerai potresti non essere più lo
stesso. Direi quindi che le persone che fanno questi importanti gesti sono
uomini e donne coraggiosi con tanta forza di volontà e tanta voglia di aiutare
sapendo che mettono a rischio la loro incolumità e che mettono la vita agiata
da una parte per pensare a chi non è poi così fortunato.
C’è invece chi vive nel
suo paese tranquillo, ma questo non significa che non si possa condividere la
pace, anzi anche qui ci sono persone che soffrono, che vanno aiutate e a cui va
regalata un po’ di pace anche solo con un sorriso, un abbraccio, una carezza o
un saluto. Perché la vita di ognuno di noi può essere risollevata da pochi
gesti importanti con grande significato. Qui in Italia ci sono volontari che
pur avendo una famiglia e magari anche un lavoro decidono di dare un aiuto al
prossimo senza chiedere niente in cambio e che quindi sono coraggiosi.
La pace è fatta di
piccoli e grandi gesti puri, anche solo dando una amicizia che non chiede
niente in cambio; solo la felicità degli altri, perché la felicità dà felicità,
l’amore dà amore e se io condivido la pace con te, sì proprio con te, sono
sicura che verrò ricambiata con tanta, tanta, tanta altra pace che potrò dare a
tanti altri con un sorriso e che tu dai a me con il tuo sorriso, il tuo bellissimo
sorriso.
Quindi tutti noi
condividiamo la pace chiedendo solo altra pace e magari un sorriso.
sabato 21 novembre 2015
domenica 15 novembre 2015
domenica 8 novembre 2015
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