venerdì 9 dicembre 2016

Terremotati e rifugiati (di Andreea Sarmasan)

La grande ondata di terremoti cominciò circa tre mesi fa e ha coinvolto quattro regioni: Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.
Ci sono stati moltissimi morti e le case sono tutte distrutte o a rischio caduta. Anche molti monumenti sono stati distrutti.
Ancora oggi si sente parlare delle continue scosse di assestamento.
Il terremoto ha colpito anche Recanati, dove c’è la casa di Leopardi. La natura sembra quasi che voglia dar ragione a lui, cioè  che la natura è indifferente all’essere umano e con questi terremoti lo è stata davvero.
Diario di Elisabetta
“Mi dicono tutti che sono piccola, ma non è vero. So cosa sta succedendo. Sento la terra tremare sotto di me. Sono piena di sangue e mi fa male la testa, ma non mi preoccupo di questo: mamma e papà, dove sono? Quegli strani uomini che sollevano quello che rimane della nuova casa mi dicono che torneranno presto da me, ma dove sono andati? Luca, mio fratello, sta dormendo, ma non so come fa a dormire senza respirare e non riesco a svegliarlo in nessun modo. Per ora sono sola con Bunny; voglio bene a Bunny non mi ha mai abbandonata è sempre con me. Ecco uno di quegli uomini, sta portando in braccio mio papà, ma perché non si muove. Ora mi alzo e gli vado a chiedere come sta mio papà. Mi dicono che non sta bene e che c’è un bisogno urgente dell’ambulanza. Vedo tanto sangue che esce dalla sua testa quasi spaccata in due. Uno degli uomini dice:” Mi dispiace sono deceduti entrambi, ma come faremo a dirlo alla bambina?” Sarei io la bambina? Che cosa vuol dire deceduti?
Mi sto preoccupando e mamma? Ho tante domande, ma perché nessuno mi risponde?
Ecco anche mamma anche lei nello stato di papà, ma le manca una gamba e le scorre un fiume di sangue proveniente dalla testa.
Mi sento sola o lo sono veramente? Perché nessuno non mi vuole dire cosa sta succedendo?!!
Molti uomini mi vengono a dire che mia zia arriverà presto, di stare tranquilla.
È arrivata mia zia, le ho appena chiesto cosa è successo.
Alla sua risposta sono scoppiata a piangere, mi ha detto che i miei genitori sono in cielo, quindi sono morti e la stessa fine l’ha fatta anche mio fratello.
Sono completamente sola.”


Ci sono diverse opinioni riguardo a questo fatto: c’è chi dice che bisogna prevenire anziché curare, cioè ristrutturare monumenti e costruire case antisismiche perché a causa di questi terremoti si perdono anche molti soldi. Alcuni, invece, se ne fregano un po’ e la mia opinione è che se preveniamo questi fatti che possono accadere da un momento all’altro, né soldi né persone saranno andati perduti.

Un altro fatto grave che ora si sente quasi ogni giorno alla televisione, è il caso degli immigrati.
Questi profughi provengono soprattutto dalla Siria e dalla Libia luoghi in cui c’è la guerra.
Raggiungono le coste con dei barconi spogli che da un momento all’altro potrebbero affondare e fatti come questi sono già accaduti.
La maggior parte di questi profughi sono giovani e bambini perché loro hanno più possibilità di farsi una vita nei paesi in cui andranno.
Viaggiano in centinaia di persone su un barcone, per giorni e in condizioni disumane.
Intervista a Mohamed:
“Le condizioni sono veramente disumane, ma noi tutti speriamo in un posto migliore. Siamo sempre accolti ma poi non ci fanno andare avanti per proseguire il nostro viaggio di speranza.
Ci sono molti bambini innocenti, e ragazzi come me di 16-17 anni o anche più piccoli che sono venuti fino a qua per lavorare.
Non so nemmeno descrivere il dolore che ho provato ad abbandonare la mia patria e la mia famiglia ma da quando una bomba è caduta proprio sulla nostra casa abbiamo deciso che io e mio fratello dovevamo venire qui a far fortuna.”  Ci racconta lui a malincuore.
E allora io gli chiedo:” Ma dopo, quando finirà la guerra e la miseria nel tuo paese, che cosa farete?”
“Sinceramente non so se ritornerò mai perché non ho più nessuno tranne mio nonno che oramai è vecchio e non so quanto resisterà ancora. In realtà se mi troverò bene qui e più importante troverò lavoro e riuscirò a mantenere sia me che mio fratello non me ne vorrei andare” e questa è la dichiarazione di chi spera ancora in un suo futuro.


Come rimediare?
Anche qui ci sono molte discussioni perché c’è chi dice che non c’è nemmeno lavoro per gli italiani.
Altri dicono che bisogna accoglierli perché non è colpa loro se c’è la guerra. Accoglierli sì.
E anche in questo caso sono con chi dice che bisogna accoglierli.
Spero che questi due problemi saranno risolti.

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