La carriera di Napoleone iniziò quando, ancora giovanissimo,
gli fu affidato il comando della campagna d’Italia contro l’Austria nel 1796.
Sceso in Italia, Napoleone sconfigge i piemontesi e gli
austriaci e arriva a Milano. Viene fondata la Repubblica Cisalpina: per la
prima volta sventola il tricolore italiano. Col trattato di Campoformio,
tuttavia, Venezia viene lasciata all’Austria.
Negli anni successivi, quasi tutta l’Italia cadrà sotto
il dominio francese, divisa però in
varie repubbliche (Repubblica Romana, Repubblica Partenopea, Repubblica
Ligure). L’arrivo dei francesi fu vissuta da alcuni patrioti come una
liberazione, da altri che temevano la rivoluzione come una forma di
sottomissione. I francesi non vedono comunque con simpatia il progetto dell’
unità d’Italia.
Tornato in Francia nel 1799 Napoleone prende il potere
con un colpo di stato, sostenuto dalla ricca borghesia spaventata dagli
eccessi della rivoluzione. Napoleone assume il titolo di Primo Console.
Con un plebiscito Napoleone nel 1804 si proclama imperatore
dei francesi. Tuttavia, con il Codice civile, Napoleone diffonde in
tutta Europa alcuni principi della Rivoluzione:
- l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge
- la libertà di pensiero e di religione
- la limitazione del potere paterno all’interno della famiglia
Nel 1812 Napoleone attacca la Russia e giunge
fino a Mosca: l’esercito zarista tuttavia si sottrae allo scontro. Napoleone,
costretto alla ritirata dall’inverno, perde gran parte dei suoi soldati.
L’anno dopo Inghilterra, Russia, Austria e Prussia si alleano
e sconfiggono per la prima volta Napoleone a Lipsia. Napoleone viene
esiliato nell’isola d’Elba.
Fuggito dall’Elba, torna a Parigi dove organizza una nuovo
esercito, ma viene sconfitto definitivamente a Waterloo nel 1815.
Esiliato questa volta nell’isola di Sant’Elena, in mezzo all’Atlantico,
vi troverà la morte 6 anni dopo.
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