mercoledì 22 ottobre 2014

Un'amicizia particolare (favola di Daniele Casetta)


Un giorno una tartaruga si avviò per andare a trovare i suoi parenti. Dopo giorni e giorni che camminava si abbatté e pensò che non poteva fare un passo in più e si fermò.
 
Passò di lì un’aquila che vide la tartaruga distrutta e così le diede un passaggio.
Passati molti giorni la tartaruga vide l’aquila intrappolata in una rete, così ricordandosi di quella volta che l’aveva aiutata la tartaruga tagliò la rete facendola uscire.

Se aiuterai il tuo prossimo nel pericolo, potrai alla prima occasione essere ricambiato.
DANIELE

 
 

Il cinghiale e il contadino (favola di Luca Di Pace)

C’era una volta un contadino che con tanta fatica coltivava il suo bel campo.
Aveva piantato tante verdure ed era tanto soddisfatto del suo lavoro.
Una mattina, tutto felice andò per raccogliere le verdure, già ne gustava il buonissimo sapore. Ma con sorpresa vide il suo campo distrutto.
Con il cuore infranto tornò a casa, la sera decise di andare a dormire vicino al campo per scoprire chi aveva distrutto il suo campo.
Passarono molte ore ma non c’era nessuno. All’improvviso sentì un rumore arrivare dal bosco. Vide un grosso cinghiale.
Subito pensò di sparare poi decise di avvicinarsi al grosso animale.
Il cinghiale lo guardò con occhi cattivi ma il contadino con voce gentile gli chiese: ”Ma perché mi devi distruggere tutto il mio campo? Ho fatto tanta fatica per coltivarlo”
Il cinghiale gli rispose :”SCUSA QUI E’ GIA’ TUTTO PRONTO, NON DEVO FARE NESSUNA FATICA PER TROVARE DA MANGIARE”.
Il contadino a quel punto si arrabbiò molto per la risposta del cinghiale.
Poi all’improvviso  gli venne un’idea e disse:
“Senti facciamo un patto! Io coltivo il campo di verdure poi quando è ora di raccogliere ne faccio un mucchio tutto per te ma tu non devi più distruggere il campo! “.
Il cinghiale ci pensò su un attimo e decise di accettare.
Cosi il contadino coltivò il suo campo e il cinghiale era felice di mangiare la verdura.

MORALE

BISOGNA AVERE RISPETTO DEL LAVORO DEGLI ALTRI E SARAI PREMIATO E RISPETTATO!!!  

Babe un maiale da pastore (favola di Luca Di Pace)


C’era una volta un maiale, il suo nome era Babe.

Un giorno entrò in una fattoria, passarono un po’ di giorni, lui credeva di essere un specie di cane da pastore. Andava ogni volta con il padrone al pascolo; a un cane non gli andava bene che il maiale faceva il pastore, fece di tutto per convincere il padrone a non portarlo nel concorso per cani da pastore, ma non ci riuscì .

Babe era gentile con tutti e il padrone portò Babe al concorso per cani da pastore, e il cane Rex, suo amico, andò dalle pecore per farsi dire una parola d’ordine: “pecora,capra,agnello” per due volte .

Rex si precipitò da Babe, il maiale andò dalle pecore e gli disse la parola d’ordine “pecora,capra,agnello”. Le pecore gli danno retta ed eseguono tutto quello che gli dice il maiale, le pecore fecero vincere  Babe.

Morale: SE TRATTI BENE GLI ALTRI TI DANNO ASCOLTO.

Moglyn e Baloo (favola di Deborah Darò)


C’ ERA UNA VOLTA IN UNA GIUNGLA UN USIGNOLO CHE STAVA FISCHIETTANDO SOPRA A UN ALBERO. A UN CERTO PUNTO ARRIVO’ BAGHERA, UNA PANTERA, MA... 

MOGLIN E BALOO STAVANO CERCANDO IL LORO AMICO BAGHERA, PERCHE’ IL BRANCO DI SCIMMIE L’AVEVANO PRESO. MOGLIN ANDO’ DALL’ ELEFANTE A CHIEDERGLI AIUTO, ANDARONO A CERCARLO MA NON LO TROVARONO; DOPO INCONTRARONO LA TIGRE , E LE CHIESERO: ”HAI PER CASO VISTO IL NOSTRO AMICO PANTERA?” E RISPOSE .”CE L’HANNO LE SCIMMIE E L’HANNO PORTATO NEL LORO RIFUGIO”.

ANDARONO DALLE SCIMMIE A LIBERARE LA PANTERA SOLO CHE LE SCIMMIE SCAPPARONO E NON RIUSCIRONO A PRENDERLE. LIBERARONO LA PANTERA E ANDARONO NELLA GIUNGLA.

E’SEMPRE BELLO AIUTARE UN AMICO

 

La volpe e il lupo (favola di Iris Mazzei)


Una volpe stava passeggiando affamato nel bosco. Sentì la lamentela di un lupo:” Che fame! Il primo animale che vedo me lo mangio.”
La volpe incontrò il lupo e gli disse: ”Non puoi mangiarmi!” e il lupo le chiese il perchè. La volpe gli rispose: ”Sono velenosa per i lupi, ti aiuterò a trovare del cibo ma solo se mi darai un pezzo del cibo che ti aiuterò a trovare.”  La volpe incontrò un amico stupido che le disse:” Meno male che non sei velenosa, così nessuno ti mangia.” Così il lupo la scoprì e se la mangiò.

Mai dire bugie a uno meno furbo di te.

lunedì 20 ottobre 2014

I tre bravi capretti (favola di Gianluca Chiale)


C’era una volta una capra che aveva tre figli. Uno di essi si chiamava Tom, un altro si chiamava Jack e il terzo si chiamava Will. Un giorno la mamma decise di andare a fare le compere, e raccomandò ai suoi figli di non aprire a nessuno, finché non arriva la mamma. Cosi i figli obbedirono alla mamma, ma purtroppo un brutto lupo aveva sentito che cosa aveva detto la mamma dei capretti, e così bussò alla porta dei capretti e finse di essere la mamma; e iniziò a dire: ‘Aprite la porta cari miei, sono la mamma‘ E cosi i capretti dissero: ’ No, non sei la nostra mamma’ E il lupo ritentò dicendo :’ Sì ma se vi dico che sono la mamma, sono la mamma!!’ E i capretti aggiunsero :’ No, perché la nostra mamma non ci tratta in questo modo ‘ E fu cosi che il lupo capì che doveva arrendersi, smettendola di fingere, e se ne andò.
Morale: Non bisogna mai fare finta di essere un altro, ma essere se stessi.            

La vendetta del giaguaro (favola di Davide Pipino)


TANTO TEMPO FA UN CUCCIOLO DI GIAGUARO FU SMARRITO NELLA SAVANA.

UN LEONE LO TROVO’ E LO SBRANO’. I RESTI  DEL CUCCIOLO FURONO TROVATI DALLA MAMMA; LE DISSERO CHE ERA STATO MANGIATO DAL LEONE MA LEI RISPOSE: ”NO,NO SICURAMENTE E’ STATO IL FALCO.” ANDO’ DAL FALCO E LO SBRANO’. COSI’ IL LEONE CHE ERA COLPEVOLE LA FECE FRANCA E IL FALCO PAGO’ UNA COLPA CHE NON ERA SUA.

MAMMA GIAGUARO NON SI DIEDE PACE  PER TUTTA LA VITA. IL GIAGUARO SAPENDO CHE ERA STATO IL LEONE SI IMPAURI’ E DIEDE LA COLPA AL FALCO.

Una lezione importante (favola di Clintin Igbinovia)


Clintin, un leopardo, era un genio di tutte le materie di scuola, ma il suo problema era solo uno, non voleva studiare, perché lui pensando che da grande avrebbe fatto l’atleta professionista pensava che non era importante studiare ma essere veloci.

Lui non studiava allora viene bocciato.

Sua mamma mettendolo in castigo lo fece pensare A COME SI ERA COMPORTATO L’ ANNO PRIMA! COSI’  IMPARO’ UNA NUOVA LEZIONE: DI STUDIARE PERCHE’ SE NO L’AVREBBERO PRESO IN GIRO E VOLEVA IMPEGNARSI DI Più.

CON QUESTA BOCCIATURA GLI HANNO INSEGNATO CHE LA SCUOLA SERVE ANCHE PER I LAVORI Più INSIGNIFICANTI DEL MONDO.

Al cane al cane!!! (favola di Elena Brignoli)


È una bella giornata a Nevolocity, i cittadini sono tutti felici , allegri, tranne uno, la volpe Cyp, che se ne sta tutto solo in un angolo tra due case.

Cyp è stufo che tutti gli abitanti gli stanno alla larga, allora pensa a un modo per aver sempre l’attenzione dei suoi amici. Riflette , riflette e riflette ancora ma niente, Cyp quando alza gli occhi da terra nota che è già notte e che la mamma lo sta chiamando perciò decide di pensare sognando.

Il mattino seguente la volpe trova il modo per attirare l’attenzione , va sulla collina e grida: “Aiuto, aiuto un cane sta affogandoooooo, aiutoooo!!! ”.

Tutti accorrono a vedere, ma capiscono che è uno scherzo e se ne vanno via sbuffando, il piano di Cyp non ha funzionato . La volpe prova: 1 volta, 2 volte, 3 volte, 4 e così via , la quinta volta il contadino si stufa e gli dice con voce seccata: ”Quando tu chiami noi non accorriamo e sarai di nuovo tutto solo, muhahahahaha!!!” ma  Cyp non gli dà retta e continua.

Dopo un po’ si stufa, a quel punto torna a casa e vede veramente un cane che sta annegando, grida, grida ma nessuno viene, e per colpa di Cyp quel cane muore e Cyp capisce la lezione.

Quando gridi al lupo, al lupo per far scherzi alla fine quando qualcuno è veramente in pericolo le persone non ti crederanno mai.
                                          Fine.

 

Il lupo e la tartaruga (favola di Martina Bessone)


C’ERA UNA VOLTA UN LUPO CHE CERCAVA CIBO. AD UN TRATTO VIDE UNA TARTARUGA E LE ANDO’ ADDOSSO, MA SI FECE MALE PERCHE’ ERA RIENTRATA NEL SUO GUSCIO. IL LUPO LE DISSE DI USCIRE SUBITO DA LI’ DENTRO MA LEI GLI RISPOSE DI NO, PERCHE’ SAPEVA CHE APPENA LEI USCIVA L’AVREBBE ATTACCATA. IL LUPO RESTO’ LI’ FINCHE’ UN GIORNO LA TARTARUGA USCI’ PER MANGIARE UN PO’ DI ERBA FRESCA ALLORA IL LUPO LA VIDE MA LEI NON SI ARRESE.
LA MORALE DELLA FAVOLA E’ CHE NON BISOGNA ARRENDERSI MAI.

L'elefante e l'ippopotamo (favola di Marika Bertello)


L’elefante e l’ippopotamo

C’era un elefante che viveva in uno zoo, ma non gli veniva dato da mangiare.

L’ elefante era diventato molto più piccolo di quanto sono gli elefanti normalmente.

Un giorno l’animale tentò di scappare ma non ci riuscì “totalmente”, riuscì solo ad entrare dall’ ippopotamo.

L’ ippopotamo si mise a  ridere perché l’elefante era più  piccolo di lui allora gli chiese :”Ma come mai sei così piccolo?”

L’elefante gli risponde :”A noi elefanti negli zoo non ci danno da mangiare perché diventiamo troppo grandi, più diventiamo grandi più siamo pericolosi.” L’ippopotamo ascolta cosa dice l’elefante e non dice niente.

Nella notte stessa l’elefante dato che non si sentiva bene con l’ippopotamo, senza farsi vedere prova a scappare dallo zoo e ci riuscì .

Una volta tornato in savana l’elefante si presentò e tutti  lo presero in giro dicendogli: ”Tu sei più piccolo di noi!” E lui allora non dice niente e se ne va via. Dopo molti giorni divenne anche più grande degli altri elefanti.

Allora si presentò di nuovo  e lo presero in  giro dicendogli :”Tu sei più grande di noi!”

Lui se ne va e non tornò mai più da questi elefanti.

Gli elefanti della savana capirono che gli amici si devono accettare così come sono.

Il cane e il gatto (favola di Marika Bertello)


C’erano un cane e un gatto che litigavano sempre perché al gatto piaceva mangiare i topi e ammazzarli, Invece al cane no.

Un giorno il cane gli disse:”Perché ti piace vedere i topi soffrire?” Il gatto gli risponde:”Ma non è che mi piace vedere i topi soffrire, È che a me nessuno mi dà da mangiare, perché sono un gatto selvatico.”

Il cane gli dice:”Ma neanche a me nessuno mi dà da mangiare, Però non ammazzo gli animali.”

Il gatto gli disse:”Ecco perché sei così piccolo.”

Il cane disse:”Allora provo anch’io a mangiare un topo!”

Il cane ha visto che è bello mangiare topi.

Il cane e il gatto diventarono amici.

Il cane capì che per mangiare non bisogna stare a vedere tutto.

Le oche troppo presuntuose (favola di Alessandra Battello)


Due oche che stanno covando le uova, annoiate, decidono di andare a divertirsi un po’.

Trascorrono allegramente la giornata, ma quando tornano le uova non c’erano più  perché una volpe le aveva mangiate .

La favola mostra che “NELLA VITA , PER MANTENERE Ciò CHE SI HA DI CARO , BISOGNA SAPERSI SACRIFICARE

Un topo di campagna (favola di Cinzia Amparore)


C’era una volta un topo che viveva su un fienile in una casa di campagna. Aveva tanti amici e mangiava fieno e granoturco fresco. Ma un giorno mentre faceva una passeggiata incontrò un topo di città che gli disse che dove viveva lui la vita di un topo era molto più interessante della sua. Dopo l’incontro il topo pensò per molti giorni a quello che gli aveva detto il topo di città e infine prese una decisione. Preparò le valigie e partì lasciando una lettera d’addio ai suoi amici. Arrivato in città chiese a un topo dove viveva e se l’avrebbe ospitato per un po’. Lui disse di sì e durante la strada gli descrisse la sua casa che a sentire le sue parole sembrava una villa, ma arrivati là il campagnolo capì che era tutto il contrario di una villa infatti venne accompagnato in una fogna dove si mangiava cibo bagnato e marcio. Dopo un po’ di giorni decise di tornare in campagna, però i suoi amici non lo facevano più entrare e lui rimase per sempre un topo di città triste e sconsolato.

La morale è che chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quel che perde ma non quel che trova. 

 

venerdì 17 ottobre 2014

L'esperto pescatore e il ragazzo (favola di Gioele Damiano)




Un giorno un ragazzo stava pescando al confine del molo, ma arrivò un pescatore esperto e gli disse di levarsi da lì perchè quel posto era suo, ma non era vero e il ragazzo disse di no; allora il pescatore esperto disse che voleva fare una sfida a chi prendeva più pesci, il ragazzo accettò.

La sfida era già cominciata e il pescatore esperto aveva già 1000 pesci mentre il ragazzo 15 e allora l’esperto visto che aveva già tantissimi pesci si addormentò.

Al suo risveglio il ragazzo aveva una coppa in mano perchè aveva 3000 pesci.

Le morali sono: chi dorme non piglia pesci, ed essere egoisti non è la cosa giusta.

Il gatto solitario (favola di Martina Bessone)


Un giorno un gruppo di cani incontrarono un gatto che stava sempre solo e lo presero in giro per tanto tempo, ma il gatto si stancò di essere preso in giro e li sfidò ad una gara che consisteva nella sfida a chi raccoglieva più frutti. La gara ebbe inizio, allora il gatto andò subito a raccogliere i frutti invece i cani si misero a discutere dove andare e quindi il gatto vinse. Dopo la vittoria la gatta fece una cucciolata. A volte è meglio fare da soli che avere l’ aiuto di altri. La morale di questa favola è: chi fa da sé fa per tre.

La casa del cioccolato (favola di Gioele Damiano)




Tutti gridavano: ”Cioccolato cioccolato questa è la casa del cioccolato”.

I bambini l’avevano trovata, finalmente, era da un po’ che la cercavano.

Era la casa del cioccolato, tutti i bambini si buttarono addosso alla casa e se la mangiarono tutta intera.

Quando la strega tornò non vide più la casa, ma vide  solo i bambini con le pance grosse.

La strega mise tutti i bambini nel forno, ma nelle vicinanze c’era una volpe che sentiva le grida dei bambini e disse alla strega che se li mangiava  avrebbe avuto il mal di pancia per tre settimane.

E la strega rispose: ”Ma davvero? Allora li tiro subito fuori”.

Quando i bambini uscirono erano tutti bruciati.

La volpe gli disse: “L’ingordigia non è mai una buona consigliera”

Il ghepardo fiero ma... (favola di Davide Peretti)


Un giorno d’estate un ghepardo doveva presentarsi nel primo pomeriggio per una maratona importante nella sua città. Però lui abitava dall’altra parte della città, non volendo partire  il giorno prima, lo stesso giorno si svegliò e con gran velocità cercò di arrivare puntuale, ma quando arrivò, alla maratona era esausto. Iniziò la maratona e il ghepardo con molta fatica arrivò alla fine, ma i suoi sfidanti arrivarono prima di lui.

Nelle seguenti maratone partì un giorno in anticipo così arrivò sempre primo.

                                                                                          DAVIDE PERETTI
                                                               

Il giovane pettirosso (favola di Serena Sannella)


Il giovane pettirosso

C’era una volta un simpatico pettirosso che non sapeva volare .

Ci aveva provato in tutti i modi, ma niente, una caduta dopo l’altra.

Un giorno arrivò in città un vecchio merlo saggio che gli  disse che tutto ciò che doveva fare per riuscire a volare era credere di più in se stesso.

Ogni giorno il merlo ripeteva  al pettirosso che poteva farcela finché un giorno il pettirosso spiccò il volo.

A volte l’unica cosa che serve è che qualcuno creda in noi e ci aiuti ad avere fiducia nelle nostre capacità.

giovedì 16 ottobre 2014

Il leone, la iena e la volpe (favola di Davide Pipino)


IL LEONE , LA IENA e LA VOLPE

Una volta la volpe, la iena e il leone erano grandi amici.

Un giorno catturarono una gazzella, una lepre e una scimmia; la iena ebbe il compito di spartire il bottino e aggiunse che era molto brava nell’intento.

La iena si prese la gazzella, la scimmia la diede al leone e la lepre alla volpe; il leone però non era d’accordo e colpì così forte la iena fino a tramortirla.

Il leone diede il compito alla volpe e anche lei ammise di essere molto brava. La volpe propose di dare la gazzella al leone per pranzo, la lepre per colazione e la scimmia per merenda e se non ne avesse più voglia di lasciarla a lei; il leone rispose: ”Brava volpe, come hai fatto a ereditare tanta saggezza?” E la volpe rispose: ”Guarda come hai ridotto la iena.”

La morale della favola è che si diventa saggi imparando dagli esempi.

La tigre e la capra (favola di Aurora Leccese)


C’era una volta una tigre affamata che incontrò una capra tutta sola.  La tigre pensò: “ Visto che ho fame e ho una capra sotto al naso la posso mangiare. ” Quindi la tigre le andò a parlare: “ Scusi capretta lo sa che ho molta fame? …” La capra rispose: ” Adesso sì”; esclamò la tigre: ”Allora ti mangio!!!!” La capra rispose: “ Non puoi perché io sono  il re degli animali!” “Non ci credo” disse la tigre. “ Allora vieni con me”, disse la capra; “Ok.” Allora la tigre le andò dietro e la capra la portò al fiume. Le disse la capra: “Vai dentro al fiume così vedrai che avevo ragione.” “Ok” rispose. Dopo essere entrata, esclamò:” Io non so nuotare!!!” E morì, e la capra non aveva più il timore di essere mangiata. La morale della storia è: meglio essere furbi che essere tosti e potenti.

 

La sfida (favola di Elena Brignoli)


In una piccola fattoria in un paese di montagna, Plomboi,  vivono due ottimi amici: un castoro, Bobby, e un’anatra, Carly.

I due sono bravi nuotatori e ogni giorno per divertirsi si sfidano in gare di velocità, insieme al luccio Pino, e all’oca Gina .

Un pomeriggio Bobby e Carly iniziano per scherzo a discutere su chi è il più veloce a nuotare, ma la cosa degenera e si lanciano una vera e propria sfida.

Il mattino seguente tutti gli animali della fattoria si riuniscono per assistere alla gara tra il castoro e l’anatra. Bobby e Carly  sono sulla linea di partenza e … Gina dà il via. Dopo pochi metri il castoro è in notevole vantaggio così decide di riposarsi un po’, ma finisce per addormentarsi.

L’ anatra,  silenziosamente, lo supera e arriva prima al traguardo.

Il castoro , al suo risveglio, non vide più nessuno e capì che l’anatra aveva vinto …La morale è: CHI DORME NON PIGLIA PESCI.

mercoledì 15 ottobre 2014

Il coraggio nascosto (favola di Clintin Igbinovia)


Un leone e i suoi tre fratelli giocavano come tutti i giorni. Ma due rinoceronti che ammazzavano tutti gli animali si credevano più forti di loro e volevano  ammazzarli,  per diventare loro i re di tutti gli animali. E c’era un problema: il padre non poteva difendere i suoi piccoli perchè era stato catturato già il giorno prima .

I rinoceronti erano ormai vicini agli  ultimi 4 leoni rimasti, ancora cuccioli.

I rinoceronti avvistarono due cuccioli : Mark e Fred. Li catturarono e li misero insieme al padre così da buttarli poi giù dal vulcano attivo ormai da 100 anni. Ma i fratelli che non erano stati catturati videro dove li avevano portati; però loro due erano “rinocerontofobi ” cioè avevano paura dei rinoceronti, allora non riuscivano a salvarli perchè ogni volta che entravano scappavano di nuovo. Però poi si parlarono e si fecero coraggio e ammazzarono i due rinoceronti così velocemente che i rinoceronti non fecero neanche in tempo a prendere il fucile.

E’ meglio nascondere la paura e condividere il coraggio

Il lupo artigiano (favola di Alessia Raso)


IL LUPO ARTIGIANO

Un lupo che era stanco di fare il predatore decise che avrebbe fatto l’artigiano.

Arrivò un cavallo che gli chiese una staccionata, il lupo andò a cercare del legno e lo portò nel prato, poi chiese un martello e iniziò a piantare un palo, poi un altro e un altro ancora; andò avanti per una notte.

La mattina seguente il cavallo si complimentò con il lupo che se ne andò, poco dopo il cavallo tornò dal lupo infuriato: la staccionata aveva ceduto.

La morale è che ognuno deve fare il mestiere al quale è destinato dalla natura.

Il lupo e l'agnello (favola di Andreea Sarmasan)


Un lupo era molto assetato e andò al fiume per bere; inciampò in una pietra e cadde nel fiume.

Il lupo però non sapeva nuotare e stava affogando.

Passò di lì un agnello anch’esso assetato e chiese al lupo:- E’ buona l’acqua?- e il lupo rispose :-Sì è ottima e fresca vieni così vedi se ho ragione !!!!!-

L’agnello accettò e si buttò in acqua.

Il lupo però gli raccomandò di aggrapparsi con una zampa alla sponda del fiume e l’altra gliela desse a lui.

Il lupo furbo disse all’agnello:-Aiutami ad uscire e poi staccati dalla sponda così potrai bere l’acqua-

L’agnello obbedì e subito dopo il lupo scappò e lo lasciò lì solo.

 

Prima di essere ingannati bisogna PENSARE…Sarmasan  Andreea

La mucca fifona (favola di Cinzia Amparore)


C’era una volta un gruppo di mucche che avevano sentito dire che su per la montagna c’era una sorgente d’acqua fresca e un meraviglioso prato d’erba soffice. Loro si affrettarono a mettersi in marcia e lungo il tragitto non trovarono da mangiare. Arrivate le mucche avvistarono un crepaccio molto profondo e dall’altra parte il fantastico prato e una limpida sorgente. Tutte lo attraversarono tranne una che aveva una fifa tremenda. Rimase tutto il giorno dall’altra parte del crepaccio a vedere le sue amiche divertirsi e mangiare a sazietà. Per le mucche che avevano mangiato il tragitto non fu per niente  un peso, invece l’altra faticò un sacco. Arrivata a casa tutte le mucche erano in gran forma, lei no ed era per di più stanca morta.

La morale è che chi non risica non rosica.