domenica 21 febbraio 2016

Il potere delle mie parole (racconto giallo di Cinzia Amparore)

Ero molto giovane quando vidi l'amore della mia vita, solo che non era lo stesso per questo ragazzo. Facevo terza superiore e questo ragazzo di cui ero innamorata si chiamava Kevin, era molto alto, occhi azzurri, capelli biondi ed intelligente.
Quando scoprii che lui non era innamorato di me impazzii perché tutti erano innamorati di me. Ero su tutte le furie quando tornai a casa, tanto che decisi di fare delle ricerche su di lui, perché avevo deciso di sposarlo a tutti i costi.
Trovai una cosa molto interessante: sul suo blog, aveva scritto così:"Domani parto per tre settimane in crociera!" A quel punto una lampadina si illuminò nella mia testa, avevo deciso cosa fare.
Decisi di preparare le valigie e di travestirmi come la ragazza che gli piaceva per fare in modo che mi sposasse.
Quando la nave partì iniziai a cercare Kevin e quando lo trovai gli chiesi di sposarmi, anche se lui non avrebbe mai capito chi avrebbe sposato davvero.
Lui mi rispose di sì e decidemmo di sposarci su quella nave la settimana dopo.
Quella settimana non ero emozionata come dovrebbe essere una vera sposa perché in realtà non ero neanche più innamorata di lui, volevo solo fargliela pagare.
Il giorno del matrimonio arrivò. Visto che eravamo già in vacanza Kevin decise di allungare le nostre vacanze per collegare la luna di miele a esse, così prendemmo una cabina matrimoniale.


I giorni passavano ed io ero molto contenta di essere riuscita ad incastrarlo. Passato qualche giorno Kevin iniziò a essere strano, non mi chiamava più quando non eravamo insieme e quando ci incontravamo mi salutava con una stretta d mano .
Due giorni dopo provai a telefonare a Kevin, lo cercai ma non lo trovai. La sera di quello stesso giorno ci fu un omicidio nella cabina vicino alla mia. Provai ancora a rintracciare Kevin, ma niente: nessuna traccia di lui.
Quando riuscii ad addormentarmi erano già le tre di mattina e quindi dormii pochissimo. Il mattino, mentre facevo la doccia, come d'abitudine, riflettei su quello che era successo la sera prima e decisi di investigare su questo omicidio e scovare il colpevole.
Dopo essermi vestita andai nella stanza del delitto dove c'era ancora il cadavere, lo esaminai e vidi che era stato infilzato da un pugnale. Esaminai anche il pugnale, ma non trovai nessuna traccia. Non avevo idea di chi poteva essere il colpevole ma ero così decisa a scovarlo che mi dimenticai di Kevin. Arrivò presto sera e tornai nella mia cabina.
Non riuscii a dormire, provai a chiamare Kevin che però non rispose. Poi mi dissi:"Ma se il colpevole avesse lasciato altre impronte? Forse l'arma era per distrarci, forse la sua intenzione non è quella di lasciare tracce sull'arma, ma di farsi scoprire diversamente perché è pazzo".
Il mattino dopo una ragazza mi bussò alla porta dicendo che avevano trovato un altro cadavere. Andai subito a vedere e notai che anch'esso era stato ucciso da un pugnale. Alla crociera partecipavano poche persone e ne mancavano poche da uccidere poi sarebbe toccato a me.
Niente di niente, né impronte digitali, né un capello; non trovai niente. Ero lì nella stanza dove c'era il nuovo  cadavere quando sentii una persona gridare. Accorsi subito, ma era troppo tardi. Sempre uguale, anche lei uccisa con un pugnale.
Quando tornai in cabina decisi di distrarmi e provai ad accendere la televisione ma non si accendeva e questo mi sembrò molto strano, mi avvicinai alla televisione e trovai una fessura, provai ad aprirla e dentro la televisione trovai il famoso pugnale, le foto dei cadaveri e di tutti gli altri passeggeri compresa la mia.


Mi venne in mente chi poteva essere il colpevole. Il colpevole era Kevin. Dovevo fare qualcosa, ma era già notte fonda e quindi mi misi a dormire. Il mattino dopo uscii dalla cabina e notai che non c'era nessuno, provai a bussare alla porta di tutti ma nessuno rispondeva.
Andai dal capitano ma non lo trovai. Mi arresi, tornai nella mia cabina e mi misi sotto la doccia. A un certo punto mi trovai davanti, nella doccia, Kevin che mi infilzò con il pugnale. Nei miei ultimi istanti di vita gli dissi:"Io lo sapevoooo che eri stato tu, te la farò pagareee!"
Da quel giorno la vita di Kevin fu impossibile: nessuna ragazza lo salutava o si avvicinava a lui. Kevin non capiva, aveva iniziato a pensare che la maledizione che gli aveva lanciato sua moglie prima di morire si fosse avverata. Senza più nessuno accanto a sostenerlo Kevin decise di andare dalla polizia a costituirsi così in carcere avrebbe avuto tempo per riflettere su quello che aveva fatto in quella crociera a tanti innocenti solo perché aveva scoperto che in realtà non aveva sposato la ragazza della sua vita.

FINE!        
Cinzia   amparore                                     

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