domenica 21 dicembre 2014

La rosa del drago (Serena Sannella)


C’era una volta, in una terra molto lontana, un drago, che viveva da solo in un castello.

Un giorno, una giovane fanciulla, che fu attratta dalle meravigliose rose del giardino del castello, scavalcò il muro di cinta per raccogliere una rosa.

Ad un tratto si voltò e vide il drago.
Rimase impietrita, le gambe le tremavano, credeva che da lì a poco il drago l’avrebbe uccisa.
Il drago invece rimase incantato dalla bellezza della fanciulla, le colse la rosa da lei tanto desiderata, la ragazza capì che il drago non voleva farle del male; i due cominciarono  a passeggiare e fecero subito amicizia.
Il drago si innamorò di lei e diede il suo nome ad una rosa. La ragazza andò a vivere con il drago; il loro amore trasformò il drago in un giovane bellissimo.
Si sposarono, fecero dei bei figli e vissero per sempre felici e contenti.
 
 Serena Sannella

sabato 20 dicembre 2014

La casa stregata (Alessia Raso)


Jonny era solo, il motivo era la sua personalità da bullo, ma quando una notte sognò Lilia una ragazza dai capelli rossi come il fuoco e gli occhi verdi come la giada, se ne innamorò.



La vide incatenata in una vecchia casa infestata. Jonny partì alla sua ricerca.



Ormai erano passati 30 giorni dalla sua partenza, non aveva più mangiato né dormito, quando era sul punto di arrendersi vide la casa: era veramente  spettrale, ma lui non si fece paura entrò e vide Lilia circondata da fantasmi  che la graffiavano e ferivano e lei che si dimenava. Lui cercò nello zaino un aiuto e lo trovò: il fon  Lux. Vi stupirete, ma funzionò: i fantasmi vennero ridotti in cenere non metaforicamente e Lilia riconobbe in lui il suo principe anche se goffo. Così si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.
FINE 

Gimmigiolo (Gioele Damiano e Gianluca Chiale)


C’era una volta un ciccione che pesava 800kg, a lui piacevano le banane.



Ma un giorno dentro una banana c’era una bomba,ed esplose,dopo un po’ di tempo scoprì che gliel’ aveva messa il suo amico delfino che era proprio un delfino,che si era messo d’ accordo con il suo amico castoro che era proprio un castoro.

Un giorno Gimmigiolo l’uomo di grandi dimensioni voleva avere la sua vendetta e si mangiò un pianoforte .

Appena ebbe finito di mangiarlo, disse: “Adesso avrò la mia vendetta!! Però prima mi mangio uno squalo!!”

Andò dal suo amico mago che in realtà non era un mago e gli disse “ Se mi aiuti ad avere la mia vendetta ti do 1000 noci !!! “.

E il mago: “ Va bene, va bene avrai la tua vendetta.”

Andò da un altro suo amico Calogero che era ancora più ciccione di lui.

A Calogero piacevano 5 cose: una gomma , le mucche e Capozzoli che era il suo professore e altre cose.

Gimmigiolo gli chiese più vendetta di prima.

Gimmigiolo andò dal delfino e dal castoro e gli disse: ”Ciao.”

FINE!!!!!!!!!!!!!

venerdì 19 dicembre 2014

L'iphone del tempio (Daniele Casetta e Davide Pipino)


C’era una volta una tigre sempre in cerca di avventura, ma purtroppo non trovava mai qualcosa da soddisfarla.

Un giorno camminando trovò un tempio Maya il cui ingresso era bloccato da un’ immensa Nutella e per passare bisognava scioglierla perché era rimasta lì da 1000 anni! Come farà la tigre? Rinuncerà?, Ma noooo!! Aveva l’ app microonde sul telefonino e in un batter d’occhio si sciolse lasciando un fiume di Nutella.


Appena entrato trovò un pavimento a scacchi e doveva ballare sui tasti colorati; arrivato quasi alla fine, drinnn-drinnn!, squilla il telefono: era sua madre, riattaccando continuò a ballare arrivando alla fine.

Superando altri difficili trabocchetti trovò il nuovo I-PHONE 6!!!! Con la telecamera che fa –bilu-bilu-biluuuu! Ma soprattutto è grosso grosso ancora più grosso!!!! Lo provò chiamando sua madre:”Prontone”

                                                                               “Rispondone”

                                                                 “Vieni a mangiare le lasagnone?!”

                                                                                “ Certone”

                                                                                 “Ciaone”

 

Così la tigre andò da sua madre a mangiare le sue speciali lasagnone. 

mercoledì 17 dicembre 2014

L'antidoto segreto (Elena Brignoli e Marta Cappa)


C’era una volta in un villaggio d’indiani d’America una fanciulla di nome Giglio di Fuoco con la sua fedele amica pantera Zara. Un giorno la ragazza scopre che una parte di popolo era schiavizzata dallo sciamano,perché voleva avere il dominio totale dell’America.

 
Giglio di Fuoco era al di là delle Montagne Rocciose dove scoprì un manoscritto dell’antidoto, cioè il nettare del fiore di giglio; si trovava sulla vetta della montagna più alta dei Monti Rocciosi.

 
Viaggiarono a lungo e finalmente arrivarono,raccolto il fiore scesero a valle e si provocò una spaccatura nel terreno, per superarla Giglio di Fuoco saltò in groppa a Zara, insieme saltarono il dirupo.

 
Scese la notte al villaggio, tutti stavano dormendo e lei con il nettare del giglio fece un segno (§) sulle fronti degli infettati.

L’indomani tutti gli schiavi furono di nuovo liberi e lo sciamano morì.

La terza gamba (Deborah Darò)


Una mattina mi sveglio e mi trovo con tre gambe. Cosa farò? Andrò da un dottore a farmi vedere perché ho tre gambe. Il dottore mi dice:”Prova per due giorni a mangiare solo insalata e carote”. Dopo due giorni mi visita e mi dice: “La tua terza gamba non so come andrà a finire”. Allora mentre ero triste mi comparve un uomo davanti e gli dico: ”Non so come ha fatto a venirmi la terza gamba” e quell’uomo mi rispose: ”Perché hai mangiato troppe carote! Un mio amico ha fatto un incidente e adesso ha solo più una gamba, la tua terza gamba te la farò sparire e gliela darò al mio amico e così lui avrà due gambe e non una, e tu due e non tre.”

lunedì 15 dicembre 2014

Il giorno più bello (Clintin Igbinovia)


Il giorno più bello !!!

 Un giorno per Clintin era una giornata speciale perché

  1. Aveva comprato una moto da cross tutta attrezzata
  2. Aveva appena finito le scuole medie

 
Clintin provando la sua nuova moto nel bosco, trovò un fossile però lui credendolo un comune oggetto lo gettò via.

Simone un vampiro spietato andò a casa di Clintin, rapì i suoi genitori, il padre Johnny Depp e la madre Angelina Jolie.

 
Clintin capendo  l’agguato rincorse con la moto il perfido Simone ma provando a lanciare sassi capì che era immortale allora cercò con sua sorella Aurora per 5 ore di seguito come uccidere un vampiro spietato di sangue.

Passate 5 orette trovarono la cura: prendere il jogo e lanciarlo dritto nel cuore.

Clintin pensava all’oggetto che aveva trovato nel bosco capì che era il jogo.

Lui finendo la benzina della moto rimase a piedi e setacciando il bosco da cima a fondo trovò l’oggetto.

Aurora invece trovò un modo per scalare la montagna velocemente.

Simone infettò i genitori di Clintin di un veleno potentissimo che ti faceva morire dissanguato.

Clintin prendendo la fionda che gli aveva regalato suo zio Davide a Natale la usò per scagliare il jogo sul cuore del suo nemico.

Così Simone morì, il veleno scomparve e i due divennero investigatori professionisti

Clintin Igbinovia

Il cane a cinque teste (Alessandra Battello e Iris Mazzei)


C’era una volta un cane, ma non un cane qualunque, il cane della principessa di Arendelle.

Il cane si svegliò e contò le sue teste (IL CANE ABITUALMENTE LO FACEVA E, DI SOLITO, AVEVA QUATTRO TESTE). Quella mattina ne aveva cinque allora svegliò la padroncina che morì dallo stupore.
Il cane svegliò la regina rimasta vedova e morì pure lei.
Il cane decise di liberarsi di quella testa in più.
Arrivò ad un vulcano e lì svenne per l’ondata di calore.
Quando si riprese si ritrovò  con tre uomini verdi, brutti e grassi.
Il cane svenne di nuovo.
Quando si svegliò i mostriciattoli non c’erano più e lui ebbe di nuovo quattro teste e morì per la felicità.
La cittadina di Arendelle rimase senza governo e le truffe vennero a gò-gò.
Molto presto morirono tutti.
 

domenica 14 dicembre 2014

Lo smartphone (Aurora Leccese e Simone Tibaldo)


 
Una mattina Johnny sente una voce dal suo telefono. Lui lo apre ed esce un vortice che lo risucchia e lui grida: AIUTO AIUTO!!! E nessuno lo sente e finisce in un mondo fantastico: macchine volanti, persone volanti , cani parlanti e uccelli che parlavano e non volavano.

Poi succede che lo rapisce un furgone volante e lo porta in una tribù. Gli legano le mani, i piedi. E gli colorano la faccia di cacca di animale. Arriva una guerriera e lo libera e lo porta con sé sull’unicorno nel suo castello. Dove gli offre cibo a volontà e un po’ di vino magico. Lo bevve poi svenne sul letto e la guerriera gli diede una pozione magica per farlo risvegliare.

Poi lei gli chiese un bacio, e lui la baciò poi andarono a letto e fecero l’amore; poi il giorno seguente si sposarono e fecero quattro bambini e vissero felici  e contenti per tutta la vita!!!!!

Arcus e Scus. Il viaggio americano (Luca Di Pace e Davide Peretti)


Un giorno c’era un bambino di nome ARCUS al quale piaceva giocare a calcio nelle case della gente, fare dipinti sui muri e andare a piedi in AMERICA, in provincia di ROMA.

Visto che non poteva giocare a calcio e dipingere i muri  se no andava  in prigione, gli rimaneva di andare a piedi in AMERICA. Con il suo amico SCUS che parlava solo con versi di gentiluomo: Poffarbacco.



Loro erano amici da sempre, iniziarono il viaggio vedendo ciccioni di 800kg , cibo da ingrasso e PEPPA  PIG.

Un giorno ARCUS e SCUS stavano mangiando un sushi selvatico, SCUS fece cadere il ketch-up e morì. Il suo amico disperato fece cadere la maionese e morì anche lui per compassione. Dopo arrivarono alla fine dell’AMERICA a mangiare un delfino e dormivano per sempre.

DAVIDE  PERETTI E LUCA DI PACE

La ragazza indiana (di Martina Bessone)


C’ era una volta una ragazza indiana che doveva sempre andare a prendere l’acqua al fiume. Un giorno mentre andava a prendere l’acqua incontra un cavallo ferito, lo portò nella sua capanna e lo curò.

Dopo tanti giorni il cavallo si rimise in piedi, la giovane ragazza cercò di cavalcarlo ma non ne voleva sapere.

Un giorno quando la ragazza andò a prendere l’acqua vide delle persone che correvano verso di lei a cavallo ed erano armati. La ragazza tornò subito al villaggio per avvertire tutti.

Presero i loro cavalli e scapparono ma lei non aveva nessun cavallo ma il cavallo che aveva curato si lasciò cavalcare e scapparono con tutti gli altri e le sembrava di volare. 

Dopo che arrivarono in un’altra pianura si fermarono e da quella corsa lo chiamò TANKA che in indiano voleva dire spirito.

Da quel momento Tanka e la ragazza indiana divennero amici e Tanka il suo cavallo.
 


Il duello e la grande tempesta (di Cinzia Amparore e Andreea Sarmasan)


Andreea e Cinzia

Un secolo fa in una corte lussuosissima viveva un principe single. Suo padre, grande re di Norvegia, voleva che lui si sposasse. In quell’anno fece organizzare una decina di feste per trovargli moglie, ma tutte andavano a mal fine. Questo principe aveva un pesce di nome Nemo.

Sulle sue squame c’erano due segni:Ω ∂.

Un giorno scoprì che Nemo sapeva parlare: “Caro padrone devi sapere che in Russia vive la ragazza più bella e più brava del mondo. Però lei si sta per sposare; con questo medaglione potrai sconfiggere il suo legittimo sposo in un duello che durerà tre giorni.”
 
 

Lui partì di corsa col suo unicorno volante. Arrivato in Russia cercò per mari e monti finché la trovò all’altare sul punto di dire:”Sì, lo voglio.”
Si mise il medaglione al collo, tirò fuori la spada e iniziò a duellare con il promesso sposo.
Dopo tre giorni il grande principe vittorioso tornò in Norvegia e si sposò con lei: fecero una grande cerimonia.
Dopo una decina d’anni arrivò il fratello del cugino del cugino del principe che aveva il dono di scatenare delle gigantesche tempeste di neve. Per sbaglio ne scatenò una e morirono tutti felicemente congelati.
 

 

domenica 23 novembre 2014

Storia "originale"


C’era una volta un bambino di nome Splof. A Splof piacevano tre cose: andare in bici, i legnetti e disegnare fumetti nelle mutande delle persone.


Purtroppo non aveva abbastanza soldi per comprarsi un legnetto tutto suo e se avesse disegnato un altro fumetto sulle mutande altrui avrebbe avuto l’ergastolo.


Allora non gli rimaneva che andare in bicicletta. Gli venne un’idea: “Farò il giro del Giappone in bici!”. “Il Giappone” era un paese in provincia di Cuneo, allora chiamò il suo amico Sproz.

Sproz era un ciccione che pesava 600 kg e parlava solo con versi animali, ma Splof gli voleva bene comunque. “Ciao Sproz.” “Verso del cavallo.“  

Iniziarono il viaggio con le loro provviste: un panino, una scarpa e basta. Videro cose bellissime a “Il Giappone”: samurai, una vecchia, il pesce sushi.

Sproz dalla felicità morì e Splof lo accompagnò all’oltretomba.

Davide Pipino

 

Fiaba di un ragazzo innamorato di nome Ploof


Un ragazzo un giorno andò in un castello abbandonato. Guardando intorno trovò una foto con scritto: AZTCÜN╬Γ. Lui disse le parole e da quella foto uscì una ragazza bellissima. Lui si innamorò e anche lei.

Loro si stavano baciando, quando arrivò un mostro e la rapì.


L’uomo disperato andò per tutti i paesi finché arrivò in una radura, dove spuntò dal terreno un castello nero, rotto e brutto.


Appena entrò il ragazzo Ploof dovette combattere una tigre sputa-fuoco e col corpo da arpia.


La uccise con una spada. Ploof vinse e trovò sul trono il mostro con la principessa.

Il ragazzo distrusse il mostro con una pietra tirata con una fionda.


I due si sposarono e fecero una figlia di nome Rebecca, la giovane arciera.


Davide Peretti

 

lunedì 17 novembre 2014

La giovane arciera e l'oscuro castello


C’era una volta una giovane principessa che stava cacciando nel bosco. Arrivata all’inizio di una radura vide in lontananza un cervo: mise una freccia nel suo arco e con un colpo preciso lo uccise.  Passando sul bordo di un fiume, vide un pesce guizzare sulla superficie dell’acqua e galoppando lo infilzò con una delle sue  infallibili frecce.


All’improvviso sentì il corno suonare l’allarme al castello. Rinunciò alla caccia spronando il cavallo verso casa.



Attraversando l’ultimo bosco prima del castello, sentì dei rami spezzarsi ma non fece in tempo a sfuggire all’agguato.

Lo zio malefico, che nel frattempo aveva rapito e imprigionato i suoi genitori, il re e la regina di cui voleva prendere il posto, in un oscuro castello, l’aggredì. Ne seguì un furioso corpo a corpo dove lei rimase gravemente ferita. Lo zio l’abbandonò in fin di vita nel bosco, rubandole il favoloso arco.
 

Un elfo biondo che abitava in quel bosco, imbattutosi nella ragazza ferita, la riconobbe come figlia del re. Prese il suo corno e lanciò un segnale acutissimo per chiedere aiuto ai suoi compagni, che arrivarono in un batter d’occhio a cavallo dei loro unicorni. Misero la principessa su una lettiga e la portarono al loro villaggio per curarla.


Le medicine elfiche fecero miracoli: in pochi giorni la principessa fu in grado di rimontare a cavallo per dirigersi verso l’ oscuro castello a liberare i suoi genitori, con un nuovo arco che si costruì da sola.
 

Ma arrivata nei pressi della magica dimora dello zio si rese conto della difficoltà dell’ impresa. Un profondo fossato di lava incandescente impediva l’accesso al castello e l’unico ponte era custodito da un‘ orribile chimera creata dallo zio: un drago tigre sputafuoco.
 

Tentò ripetutamente di colpirlo ma le sue frecce si scioglievano in volo avvicinandosi al mostro. Quando stava per rinunciare, arrivò in suo aiuto l’elfo biondo portandole un arco magico forgiato con l’oro di un corno di unicorno. Le sue frecce non potevano in alcun modo essere deviate dal loro bersaglio: il drago tigre fu colpito al cuore e scoppiò lasciando libero il passaggio.
 

I due si precipitarono verso il castello, ma dovettero sfuggire ai piccoli draghi volanti che emergevano dalla lava del fossato. Ne infilzarono almeno due decine e giunsero incolumi all’ingresso del nero castello.
 

Un lungo corridoio di lastre di pietra istoriata conduceva alla sala del trono. L’elfo avanzò deciso, ma cadde in una botola e fu salvato in extremis dalla principessa che gli porse una mano. Capirono che il corridoio era disseminato di trappole. L’elfo, trovati dei sassi pesanti, li lanciò per scoprire le botole e trovare un percorso sicuro.
 

Superato il corridoio vennero assaliti da schiere di armature che si animarono per magia. Dovettero ingaggiare un lungo combattimento, ma ne uscirono nuovamente vincitori.
 

Entrati nella sala del trono, si trovarono di fronte allo zio malvagio e al re e alla regina incatenati. L’arciera vide al collo dello zio un pendaglio con un triangolo d’oro che circondava un occhio pauroso. Capì che quel ciondolo era la causa dell’incantesimo che aveva reso lo zio malefico.


Mirò con cura e colpì con precisione l’occhio del ciondolo.
 

Il mago parve risvegliarsi da un lungo sortilegio: riconobbe il fratello, la cognata e la nipote. Li abbracciò e con una magia, buona questa volta, circondò il nero castello con una nube colorata. Quando la nube scomparve, il castello si era come rasserenato: nel salone c’era una magnifica tavola imbandita, con servi, dame e cavalieri, musiche e danze.

L’arciera e l’elfo biondo si sposarono ed ebbero una schiera di figli, tra cui il nonno del celebre arciere Robin Hood.